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Cybersecurity, italiani bene sulle password ma bocciati sull'IA

Cybersecurity, italiani bene sulle password ma bocciati sull'IA

Ricerca, Italia 11esima per conoscenza dei rischi digitali

MILANO, 21 agosto 2024, 13:29

Redazione ANSA

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Gli italiani sono all'11esimo posto al mondo in termini di competenze su sicurezza e privacy online, inoltre eccellono nella creazione di password forti (98%), ma faticano a identificare i problemi di privacy legati all'utilizzo dell'IA sul lavoro (7%). Lo indica la ricerca della società di cybersecurity NordVpn,.

Il National Privacy Test (Npt) è un'indagine annuale globale volta a valutare la consapevolezza della riservatezza dei dati e a educare il pubblico sulle minacce e sull'importanza della sicurezza delle informazioni nell'attuale era digitale.

Quest'anno, il report ha raccolto 25.567 risposte da 181 Paesi. I primi cinque, in quanto a conoscenza dello scenario, sono Singapore, Finlandia, Lituania, Germania e Stati Uniti.

Stando ai ricercatori, i risultati hanno mostrato un progressivo peggioramento medio dei livelli di consapevolezza della privacy online e della sicurezza informatica. Nello specifico del nostro Paese, gli italiani sono bravi a creare password forti (98%) e a gestire le offerte sospette di servizi di streaming (94%).

Conoscono anche le autorizzazioni da concedere alle diverse app (89%), i rischi in cui si incorre salvando i dati della propria carta di credito sul browser (88%) e quali dati sensibili evitare di condividere sui social media (85%). Eppure, solo il 7% sa quali sono le questioni da considerare quando si utilizza l'IA in ambito lavorativo, e solo il 9% sa quali dati vengono raccolti dai fornitori di servizi internet come parte dei metadati. Inoltre, gli italiani sono per lo più ignari (12%) delle soluzioni di protezione della propria rete Wi-Fi domestica, ritenendola probabilmente sicura di default. Infine, solo il 18% sa dove conservare le password in modo sicuro. Ma c'è anche una nota positiva: rispetto a un anno fa (45%), un numero maggiore (49%) sa come agire nel caso di una violazione informatica, cambiando password o avvisando il proprio fornitore di servizi.
   

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