ALESSANDRO CURIONI, HACKER - STORIA DI UOMINI E MACCHINE (CHIARELETTERE, PP 142, EURO 16)
C'era un tempo in cui la parola hacker aveva un significato positivo, etico, indicava una persona che metteva a disposizione le sue competenze per trovare soluzioni nei sistemi informatici.
Erano gli anni Sessanta, caratterizzati dalla sperimentazione culturale e tecnologica. Poi il termine è cambiato ed è diventato sinonimo di criminale informatico oppure identifica chi danneggia il sistema, come dimostra l'attualità di questi giorni con gli accessi illeciti alle banche dati. Cosa è accaduto e perchè? Lo racconta nel saggio Alessandro Curioni, con una esperienza trentennale nel campo della sicurezza informatica, professore all'Università Cattolica di Milano nel corso di sicurezza dell'informazione, al suo decimo libro.
"Il leitmotiv di fondo è come l'hacker sia diventato da bianco a nero e di come tutto quello che stiamo vivendo fosse ampiamente prevedibile - spiega l'autore all'ANSA - L'intelligenza artificiale poi sta alzando il rischio del mondo digitale di almeno un ordine di grandezza. Siamo di fronte ad una fragilità e ad una complessità terrificante perchè è una tecnologia 'dual use', può essere usata sia per scrivere una email di phishing perfetta, sia per identificarla".
Curioni racconta il cambio di paradigma attraverso le vicende degli hacker che hanno fatto la storia, nel bene e nel male. Dal genio di Steve Wozniak (cofondatore di Apple insieme a Steve Jobs) a Richard Stallman (uno dei principali esponenti del movimento del software libero), fino alle vicende di delinquenti spregiudicati e interessati solo ad arricchirsi come Vladimir Levin (autore di un leggendario furto alla Citybank dopo essersi intrufolato nei server) ad Alexandre Cazes (uno dei principali gestori di Alphabay il più grande negozio di merci illegali del dark web, morto suicida in carcere).
"Il punto di svolta è Kevin Mitnick, la sua ingegneria sociale e l'arte dell'inganno", spiega Curioni. Era chiamato Condor, faceva leva sulla debolezza del fattore umano ed è stato autore delle più ardite incursioni nei computer del governo degli Stati Uniti, è stato in carcere e ha ispirato il film Takedown. "Ma la storia che le persone ricordano di più è quella di John Draper che ha scoperto come fare telefonate gratuitamente grazie ad un suono che emetteva una determinata frequenza e poi ha trovato lavoro in Apple", dice Curioni che sottolinea come nel libro ci siano non solo storie ma anche "tanti episodi strani avvenuti tra gli anni Settanta e il Duemila".
Cosa spaventa di più ora? "L'Internet delle Cose, gli oggetti connesi al web che sono molto usati e molto vulnerabili - osserva Curioni - E poi i ransomware vere e prorie industrie di criminalità organizzata. La rete - aggiunge - non era nata per fare tutto quello che facciamo oggi, non ci sono aziende sicure non ce ne sono mai state, siamo stati abbagliati dalle potenzialità della tecnologia".
Riflettendo sugli accessi illeciti alle banche dati, al centro di una inchiesta esplosa in queste settimane in Italia, Curioni spiega che "la figura centrale è quella dell'amministratore di sistema e che per proteggere le banche dati ci vogliono risorse economiche e competenze. E ci vuole tempo, tanto tempo, quello che abbiamo perso da vent'anni, queste cose si potevano sapere. La storia non si ripete, però spesso fa rima con se stessa, diceva Mark Twain".
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