Il mercato dei dispositivi indossabili, gli orologi e i bracciali che rendono la tecnologia a portata di polso, è giovane ma in crescita, e in questa prima fase gli italiani si mostrano più ricettivi dei cugini europei. Gli smartwatch con cui controllare lo smartphone, e le smartband per monitorare l'attività fisica, sono già in possesso di un italiano su 10: un'adozione quasi doppia rispetto ai principali paesi del Vecchio Continente, e più vicina a quella degli Usa.
Come già accaduto con i telefonini prima e gli smartphone poi, nei confronti del nuovo gadget il Belpaese ha un interesse particolare. Stando agli analisti di Kantar, la diffusione di orologi e braccali 'smart' è al 10,3% contro il 4,6% della Francia, il 5,4% della Germania e il 7,9% della Gran Bretagna. Nel complesso, la media in questi primi quattro mercati Ue è del 6,6%. Oltreoceano, invece, i dispositivi sono al polso del 12,2% degli statunitensi.
Tra Usa e Ue la differenza non è solo quantitativa, ma anche e soprattutto qualitativa. Fra i possessori di hi-tech indossabile, oltre tre americani su quattro hanno un bracciale per il fitness, con gli orologi intelligenti che si fermano al 23%. In Europa, invece, trainano gli smartwatch, che rappresentano il 55% delle vendite e che, in quattro casi su dieci, vanno a sostituire l'orologio tradizionale. Guardando ai dispositivi, i bracciali di Fitbit sono in pole position con il 18% del mercato europeo, seguiti dall'Apple Watch al 14% e dai dispositivi di Samsung all'11,6%.
Il settore degli orologi e dei bracciali smart è decollato l'anno scorso, quando le vendite mondiali sono quasi triplicate raggiungendo i 78 milioni di unità. Per il 2016 gli analisti di Gartner prevedono che i ricavi generati dai soli smartwatch raggiungeranno gli 11,5 miliardi di dollari, con 50 milioni di pezzi venduti su scala globale. Proprio gli orologi intelligenti sono il comparto più promettente, con 17,5 miliardi di ricavi stimati al 2019. L'impulso a una maggiore diffusione dovrebbe avvenire grazie a prodotti più maturi, ad esempio smartwatch sempre più autonomi dagli smartphone anche per telefonare.
Ma nei prossimi anni l'attesa è anche per cambiamenti più sostanziali. Uno di questi lo ha mostrato la Carnegie Mellon University: ad essere utilizzabile come schermo non sarà più il piccolo quadrante dell'orologio, ma anche la pelle circostante, quella dell'avambraccio e del dorso della mano. Questo grazie alla tecnologia SkinTrack, che attraverso un anello e dei sensori posti sul cinturino riesce a leggere e a trasformare in comandi i gesti fatti con il dito sulla pelle.
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