MILANO - Meta, l'azienda guidata da Mark Zuckerberg, accelera sull'intelligenza artificiale. Il gruppo, come riportato dal Financial Times, avrebbe intenzione di rilasciare vari chatbot personalizzati, con caratteristiche peculiari, per rispondere a vari utilizzi. I primi due sarebbero una riproduzione di Abraham Lincoln e un surfista. Entrambi potrebbero essere integrati nelle piattaforme social di Meta, le chat di Messenger e i messaggi diretti di Instagram.
Non è escluso un arrivo anche su WhatsApp. Con quale obiettivo? Nel caso dell'ex presidente degli Stati Uniti, puramente di intrattenimento. Gli utenti potranno chiedere a Lincoln il suo pensiero sulla guerra in Ucraina ma anche su fatti culturali di vario genere. Molto più mirato al business il chatbot da surfista, una sorta di assistente di viaggi a cui chiedere le migliori mete delle vacanze, per periodo o destinazione. Stando al Times, i dipendenti al lavoro sui chatbot chiamano queste declinazioni "personas", con l'idea di lanciarne un paio già a settembre.
C'è però un grosso interrogativo su tali iniziative e riguarda la privacy. Le fonti ricordano infatti come vari Paesi abbiano agito in maniera molto cauta quando ChatGpt ha mosso i suoi primi passi nel mondo dei consumatori. Le "personas" di Meta si ritroverebbero a interagire con milioni di utenti, potenzialmente ricavandone anche dati e informazioni, sia per migliorare il proprio approccio che per indirizzare meglio annunci e pubblicità. Ad oggi, anche altri gruppi tecnologici hanno pubblicato chatbot individuali che riprendono l'idea delle personas di Meta.
La startup Character.ai ha lavorato su una IA che riproduce lo stile linguistico e le risposte di Elon Musk, presidente tra l'altro di X-Twitter. Snap, che sviluppa il social Snapchat, ha invece realizzato My AI a febbraio, un'intelligenza artificiale con cui chattare dall'app su smartphone, come se fosse uno dei tanti amici online. Finora, ha coinvolto oltre 150 milioni di iscritti.
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