I grandi nomi della Silicon Valley sfilano a Capitol Hill e si confrontano con i senatori americani sull'intelligenza artificiale, la nuova tecnologia che Washington vuole regolamentare ma di cui sa ancora ben poco. Da Elon Musk a Mark Zuckerberg, passando per Bill Gates e Sundar Pichai di Google, i big della tecnologia si sono presentati puntali alle 10 del mattino alla Kennedy Caucus Room - la storica stanza del Senato per le inchieste sul Titanic e sul Watergate - per il primo di una serie di incontri a porte chiuse con un ristretto gruppo bipartisan di senatori. Un incontro che, secondo molti, più che un confronto e uno scambio di opinioni è la prima lezione di un corso accelerato di IA per i politici americani.
"Siamo qui per rispondere alle loro domande", ha detto Sam Altman, il numero uno di OpenAI, la società a cui fa capo ChatGPT, rispondendo a chi gli chiedeva qual era il suo messaggio per i senatori americani. Il leader dei democratici in Senato Chuck Schumer ha voluto fortemente l'incontro, ritenuto importante nell'ambito della definizione delle regole per il settore che se da un lato fa paura, dall'altro presenta grandi opportunità. Il nodo quindi è trovare un giusto equilibrio con l'imposizione di paletti senza soffocare l'innovazione, e stabilire una collaborazione pubblico-privata in grado di inviare un messaggio positivo e proattivo al Paese. L'IA è un tema su cui anche la Casa Bianca è attiva e vuole avere un ruolo nella stesura delle regole, anche in vista delle elezioni del 2024, le prime dell'era ChatGPT. "E' una tecnologia potente sulla quale dobbiamo essere proattivi", ha osservato Eric Schmidt, l'ex amministratore delegato di Google entrando all'incontro.
"C'è un forte consenso sul fatto che l'intelligenza artificiale vada regolamentata. Le conseguenze se qualcosa dovesse andare storto con l'IA possono essere severe, per questo dobbiamo essere proattivi. L'intelligenza artificiale è potenzialmente rischiosa per tutti gli esseri umani", gli ha fatto eco Elon Musk, il patron di X, dicendosi convinto dell'importanza di avere "un arbitro" nel settore. Tutti i presenti in sala, ha raccontato Musk, hanno alzato la mano quando è stato chiesto se il settore dell'IA avesse bisogno di regole. Secondo il miliardario, prima o poi sarà creata un'agenzia per regolamentare l'IA ma il Congresso al momento non è sufficientemente pronto a dettare regole per il settore. Anche se nemici sul mercato, i leader della Silicon Valley presentandosi tutti insieme hanno dato una prova di forza e di impegno, mostrandosi pronti al dialogo. Un confronto durante il quale potranno dire la loro opinione e influenzare le decisioni, senza lasciare carta bianca alla politica, già divisa sulle modalità dell'incontro organizzato da Schumer. La senatrice democratica Elizabeth Warren lo ha infatti criticato per aver organizzato un meeting a porte chiuse con solo quattro senatori - due repubblicani e due democratici - in grado di fare domande.
Agli altri è stata concessa la possibilità di partecipare ma solo in modalità ascolto. Critiche appoggiate anche da altri politici ma che non hanno impedito o ostacolato l'incontro, che rappresenta - come ha spiegato Schumer aprendo i lavori - il primo passo di un "compito complesso e vitale, ovvero gettare le basi per politiche bipartisan in grado di essere approvate dal Congresso".
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