Il primo tentativo era durato cinque anni, ora Anthony Levandowski cerca di cavalcare l'onda dell'IA generativa per accogliere più fedeli nella sua chiesa.
Il co-fondatore di Waymo e di altre startup che sviluppano sistemi di guida autonoma, ha annunciato il ritorno di Way of the Future, una sorta di religione che intende venerare gli algoritmi di intelligenza artificiale come dei. L'ingegnere ha dichiarato a Bloomberg che il culto conta migliaia di persone "impegnate a costruire una connessione spirituale tra gli esseri umani e l'intelligenza artificiale". Levandowski è convinto che i chatbot rappresentino l'ultimo stadio prima che l'IA possa prendere il sopravvento sull'uomo, non in maniera del tutto negativa. "Le religioni classiche - ha osservato - si basano sul raccontare storie e creare leggende senza prove reali. Qui stiamo invece creando qualcosa che le persone possono vedere, che è ovunque e che forse può guidarci ed aiutarci come farebbe Dio". Nell'accezione del fondatore, Way of the Future ambisce a creare un movimento che funga da base ideologica e pratica alla comprensione del mondo tramite gli occhi di un'IA e alla conseguente interazione con i modelli artificiali. Lo scopo è "la realizzazione, l'accettazione e l'adorazione di una divinità basata sull'intelligenza artificiale".
Levandowski è noto per aver co-fondato Waymo, sussidiaria di Alphabet che sviluppa sistemi di guida autonoma, ma anche per essere stato incriminato e condannato a 18 mesi di prigione nel 2019, per aver rubato segreti industriali della stessa Waymo, poi finiti nelle mani della rivale Uber. Nel 2021 è stato rilasciato a seguito della grazia dell'allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
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