L'adozione dell'intelligenza
artificiale generativa potrebbe portare alle amministrazioni
pubbliche in tutto il mondo benefici pari a 1.750 miliardi di
dollari all'anno entro il 2033. Lo afferma uno studio della
società di consulenza Boston Consulting Group, che sottolinea
come, in Italia, la cosiddetta GenAi (generative artificial
intelligence) aumenterà la produttività delle Pa per circa 25
miliardi di dollari annui. Gli analisti, insieme a Salesforce,
hanno condotto un'analisi su 41.600 utenti abituali del web in
48 giurisdizioni a livello globale. Dal report, intitolato "Gen
Ai: The Trust Multiplier for Government", emerge che, sebbene
molti cittadini si sentano a proprio agio con l'idea che il
governo utilizzi l'intelligenza artificiale, sono due le
principali fonti di preoccupazione: la velocità di
implementazione e il potenziale impatto su posti di lavoro. Gli
italiani si dicono preoccupati principalmente per la perdita di
posti di lavoro (36%) e per le capacità degli individui che
usano questi strumenti (30%). In Italia, solo il 4% degli
intervistati usa gli strumenti di GenAi almeno una volta al
giorno, sulla media del 16% a livello globale e del 15% degli
Stati Uniti. La percentuale più alta è in Qatar, pari al 42%.
Secondo il rapporto, il 23% di persone al mondo non ha mai usato
l'intelligenza artificiale generativa. Il 48% degli
intervistati, nel nostro Paese, si sente a proprio agio
nell'interagire con l'IA per accedere ai servizi governativi.
Più di un terzo però non si fida dell'uso responsabile della
tecnologia da parte dei governi. Dal momento che il 74% ha
dichiarato di aver avuto problemi con i servizi digitali della
pubblica amministrazione negli ultimi due anni, quasi la stessa
percentuale (75%) si aspetta che la qualità arrivi ad essere al
pari di quella delle migliori aziende del settore privato,
proprio grazie all'implementazione delle innovazioni
tecnologiche.
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