I giganti della tecnologia non sono riusciti a contrastare efficacemente la disinformazione russa online durante il primo anno di guerra in Ucraina. Lo dice uno studio indipendente per l'Ue, che arriva nei giorni in cui in Europa diventa effettivo il Dsa, la norma che chiede più trasparenza alle piattaforme web.
Il rapporto si concentra sui rischi derivanti dalla disinformazione pro-Cremlino su sei piattaforme - Facebook, Instagram, X-Twitter, YouTube, TikTok e Telegram - e sulla conformità delle azioni delle società al Dsa. "Le prove suggeriscono che le piattaforme online non sono riuscite ad attuare queste misure a livello sistemico", scrive lo studio. La maggior parte delle principali piattaforme ha firmato un codice di condotta sulla disinformazione l'anno scorso, ma Twitter si è ritirata a giugno.
Gli autori dello studio avvertono che la disinformazione online russa è aumentata nel 2023, soprattutto dopo che Elon Musk ha preso il controllo di Twitter alla fine dell'anno scorso. E c'è preoccupazione, infine, per l'impatto della disinformazione nei prossimi mesi, in vista delle elezioni europee che si svolgeranno a giugno 2024.
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