Il Garante per la protezione dei dati personali possiede i requisiti di competenza e indipendenza necessari per attuare il Regolamento europeo sull'intelligenza artificiale coerentemente con l'obiettivo di un livello elevato di tutela dei diritti fondamentali. È quanto scrive il presidente, Pasquale Stanzione, in una segnalazione inviata nei giorni scorsi ai presidenti di Senato e Camera e alla presidente del Consiglio.
La recente approvazione dell'AI Act da parte del Parlamento europeo, spiega Stanzione, "impone agli Stati membri alcune scelte essenziali sulle norme di adeguamento degli ordinamenti interni". L'incidenza dell'IA sui diritti suggerisce di attribuirne la competenza ad Autorità caratterizzate da requisiti d'indipendenza stringenti, come le Authority per la privacy, anche in ragione della stretta interrelazione tra intelligenza artificiale e protezione dati e della competenza già acquisita in materia di processo decisionale automatizzato.
L'AI Act - ricorda ancora il Garante - si fonda sull'articolo 16 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che è la base giuridica della normativa di protezione dei dati, e lo stesso Regolamento sull'intelligenza artificiale prevede il controllo delle Autorità di protezione dei dati personali su processi algoritmici che utilizzino dati personali.
La sinergia tra le due discipline e la loro applicazione da parte di un'unica Autorità è quindi determinante per l'effettività dei diritti e delle garanzie sanciti - conclude Stanzione - suggerendo in proposito una riflessione a Parlamento e governo.
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