"Non possiamo dire che l'IA è
intelligente. Dietro la tecnologia ci sono dati e algoritmi,
entrambi immessi nelle piattaforme dall'uomo. In questo modo, si
porta dietro tutti i pregiudizi delle persone. L'IA siamo noi,
non si tratta di un sistema cosciente, perfetto e
irreprensibile. Se l'Intelligenza artificiale siamo noi vuol
dire che c'è ancora da lavorare". Così Amalia Ercoli Finzi, una
delle personalità più importanti al mondo nel campo delle
scienze e tecnologie aerospaziali e prima donna a laurearsi in
ingegnera aeronautica in Italia, ha chiuso i Tech Talks di
Siemens.
L'azienda, presso Casa Siemens a Milano, ha organizzato un
pomeriggio di incontri per parlare di tecnologia, innovazione,
intelligenza artificiale e industria. "L'innovazione di un tempo
era fruibile e comprensibile da tutti. Pensiamo alla lampadina -
aggiunge Ercoli Finzi - Con il digitale, la maggior parte dei
consumatori è tagliata fuori perché non sa cosa muove un
prodotto o un servizio. Il rischio è quello di creare una classe
a sé, portando ad un certo impoverimento culturale. Serve
accompagnare le persone verso il cambiamento, senza lasciarle
passive dove sono".
Siemens ha messo due generazioni a confronto. Al fianco di
Amalia Ercoli Finzi, anche Greta Galli, tech creator e
influencer nel mondo della meccanica e robotica. "Come ogni
strumento, bisogna usare e non abusare dell'Intelligenza
articiale, come ChatGpt e Copilot. Si tratta di una tecnologia
in fase di sviluppo, che può diventare utile solo se a supporto
delle nostre operazioni e non come sostituta", sottolinea Galli.
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