(di Titti Santamato)
YUVAL NOAH HARARI, 'NEXUS. BREVE
STORIA DELLE RETI DI INFORMAZIONI DALL'ETÀ DELLA PIETRA ALL'IA'
(SAGGI BOMPIANI, PP 598, EURO 26)
Il mondo è sull'orlo del collasso ecologico. Le fake news
dilagano. E ci stiamo buttando a capofitto nell'era
dell'intelligenza artificiale, una nuova rete che ha luci ed
ombre. Negli ultimi centomila anni noi Sapiens abbiamo
accumulato un potere enorme, ma perché sembriamo così
autodistruttivi? È questo l'interrogativo che si pone e su cui
ragiona il saggio 'Nexus' di Yuval Noah Harari, storico e
filosofo, già autore di 'Sapiens. Da animali a dèi. Breve storia
dell'umanità' e '21 lezioni per il XXI secolo'.
In 11 capitoli Nexus analizza come il flusso di informazioni
abbia plasmato noi e il nostro mondo. Partendo dall'età della
pietra, passando per la Bibbia, la caccia alle streghe, lo
stalinismo, il nazismo e la rinascita del populismo di oggi,
Yuval Noah Harari considera il complesso rapporto tra
informazione e verità, burocrazia e mitologia, saggezza e
potere. Esplora il modo in cui diverse società e sistemi
politici hanno utilizzato le informazioni per raggiungere i loro
obiettivi, nel bene e nel male. E considera le scelte urgenti
che dobbiamo affrontare con l'intelligenza artificiale nel
difficile bilanciamento tra innovazione e rischi. Un tema di
grande attualità che ha caratterizzato anche l'assegnazione dei
recenti Nobel per la Fisica con Geoffrey Hinton, uno degli
scienziati premiati, che ha lanciato un monito su questa
tecnologia.
"Come nel XX secolo la cortina di ferro divideva le potenze
rivali nella guerra fredda, così nel XXI secolo la cortina di
silicio potrebbe arrivare a dividere le potenze rivali in un
nuovo conflitto globale - scrive Harari nel saggio -. Poiché la
corsa agli armamenti dell'intelligenza artificiale produrrà armi
sempre più distruttive, anche una piccola scintilla potrebbe
innescare un'esplosione catastrofica". "Tutte le precedenti
invenzioni umane hanno dato potere all'uomo - aggiunge lo
scrittore -. Al contrario l'IA può elaborare le informazioni da
sola e quindi sostituire l'uomo nel processo decisionale. L'IA
non è uno strumento, è un agente".
Harari nel saggio parla di "network inorganico" - la nuova
rete di informazione che stiamo creando oggi - ed evoca due
storie. Il mito greco di Fetonte, figlio del dio del Sole, che
perde il controllo del carro infuocato e precipita come una
stella cadente. E l'apprendista stregone dello scrittore Johann
Wolfgang von Goethe, creato quando la Rivoluzione industriale
muoveva i primi passi e le macchine iniziavano a sostituire gli
uomini in numerosi mansioni, una storia resa poi celebre dal
film di animazione di Disney. La morale è "mai evocare poteri
che non si possono controllare".
"Il mio obiettivo con questo libro è fornire una prospettiva
storica più accurata della rivoluzione dell'IA - spiega Harari -
Questa rivoluzione è ancora agli albori e si sa che è molto
difficile cogliere lo sviluppo di informazioni in tempo reale.
Le decisioni che prenderemo nei prossimi anni ci faranno capire
se aver evocato questa intelligenza aliena si rivelerà un errore
esistenziale o l'inizio di un nuovo capitolo di speranza
nell'evoluzione della vita".
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