ROMA - Dopo l'attacco a Internet del 21 ottobre scorso negli Stati Uniti, che ha messo in ginocchio molti servizi popolari come Twitter e Amazon, anche il web della Liberia ha subito un blackout. Ed è stata usata la stessa 'arma' adoperata negli Stati Uniti, cioè la botnet Mirai, un insieme di dispositivi infetti che bombarda un obiettivo.
Perché mettere fuori uso il web di un paese così piccolo? "C'è una forte possibilità che qualcuno stia testando le capacità della botnet Mirai", osserva l'edizione online di Forbes. Insomma, quasi delle prove generali in vista di un attacco più grande. E gli occhi sono puntati sulle elezioni presidenziali americane dell'8 novembre prossimo.
La Liberia ha circa 4,5 milioni di abitanti di cui meno del 10% è connesso, e ci sono solo due compagnie telefoniche che condividono la stessa fibra ottica. Quindi un terreno di esercitazione facile. "Questo tipo di attacchi sono estremamente pericolosi perché suggeriscono un 'operatore' che ha le capacità per impattare seriamente i sistemi di una nazione", spiega al Guardian l'esperto di sicurezza Kevin Beaumont, uno dei primi a segnalare l'attacco in Liberia.
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