ROMA - Dalla 'pioniera' Microsoft fino alla sanzione comminata oggi a Google, passando per Facebook e Intel, è sempre più linea dura dell'Ue contro i giganti del web.
La società di Mountain View, oltre alla multa comminata oggi, è nel mirino dell'Antitrust Ue, sempre per abuso di posizione dominante, su altri due fronti: uno riguarda il sistema operativo per dispositivi mobili Android e l'altra la piattaforma di raccolta pubblicitaria AdSense.
Sotto la scure della commissaria Margrethe Vestager è finita anche Facebook. A maggio è stata multata dalla Commissione per 110 milioni di euro nell'ambito dell'investigazione svolta nel 2014 sull'acquisizione di WhatsApp, perchè ha "fornito informazioni errate o fuorvianti" sul collegamento del numero di telefono degli utenti della chat con i loro profili del social network.
Nell'agosto 2016 è toccato anche a Apple: l'Unione Europea ha stabilito che il colosso di Cupertino dovrà risarcire 13 miliardi di euro all'Irlanda. La cifra si riferisce ai profitti del periodo 2003-2014 ottenuti grazie ad aliquote vantaggiose basate su accordi fiscali stipulati con il Paese. Sia la multinazionale sia Dublino hanno presentato ricorso.
L'accusa di 'abuso di posizione dominante', una delle violazioni piu' gravi delle norme europee sulla concorrenza, e' stata imputata anche a Microsoft. Nel 2013 è stata multata per 561 milioni di euro, per non aver dato agli utenti una vera libertà di scelta sul browser da utilizzare con il sistema operativo Windows 7 (l'indagine era scattata nel 2009). Una multa da 1,06 miliardi è stata comminata anche a Intel nel 2009 per abuso di posizione dominante nel mercato dei microprocessori.
Infine c'è la sanzione al 'cartello' di 8 produttori di lettori cd, dvd e Blue-Ray che la Commissione nel 2015 ha sanzionato per 116 milioni di euro. A pagare Philips, Lite-On, la loro società comune Philips & Lite-On Digital Solutions, Hitachi-LG Data Storage, Toshiba Samsung Storage Technology, Sony, Sony Optiarc e Quanta Storage.
Il prossimo gigante sulla lista della Vestager potrebbe essere Amazon. L'indagine nei confronti della società di Jeff Bezos è stata aperta nel 2014 e riguarda l'ammontare di tasse pagate in Lussemburgo. L'accusa per il colosso dell'ecommerce è di aver goduto di un trattamento fiscale agevolato.
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