La riforma del copyright rappresenta "un grave pericolo" che arriva "direttamente dall'Ue", si tratta di "due articoli che potrebbero mettere il bavaglio alla rete". Così il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, dicendo no alla cosiddetta 'link tax' e aggiungendo: "Ci opporremmo con tutte le nostre forze, a partire dal Parlamento europeo" e, se la direttive dovesse essere rimanere così com'è, "siamo anche disposti a non recepirla".
La riforma Ue del copyright, in particolare l'art. 13 sui contenuti caricati dagli utenti, "non è 'censura' e non costituisce un obbligo di monitoraggio generale, come confermato dai servizi legali". E quanto all'art. 11 "non è questo il caso" di una tassa sui link, in quanto "la Commissione ha messo in chiaro" che "i diritti proposti per gli editori non impatteranno sulla capacità della gente di fare link ai siti dei giornali online". Così una portavoce della Commissione Ue risponde alle dichiarazioni di Di Maio.
"Non sono d'accordo con Luigi Di Maio. Noi vogliamo difendere autori e artisti dallo strapotere delle piattaforme che sfruttano le loro opere senza una giusta remunerazione", sostiene anche il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani.
Immediata la reazione degli operatori del settore. "Chiediamo al ministro di incontrare i rappresentanti dell'industria creativa italiana per un confronto costruttivo sui contenuti della direttiva sul copyright all'esame del Parlamento Europeo", dice il presidente Siae Filippo Sugar.
Per la Fimi, la Federazione delle Industrie musicali italiane "la direttiva sul copyright all'esame del Parlamento affronta nodi importanti per lo sviluppo dei contenuti online ed è un passo avanti nell'innovazione digitale. È chiaro che se queste sono le posizioni del Governo, allora queste risultano a favore di Google e Facebook: saranno infatti queste piattaforme a beneficiare dell'incredibile voltafaccia dell'Italia sul diritto d'autore".
"Siamo stupiti dalle dichiarazioni di Di Maio, sulla Direttiva europea sul diritto d'autore". È questo il commento del presidente dell'Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi. "Non possiamo credere che un governo del cambiamento possa essere contrario all'innovazione anche in questa materia. Ci sembra contraddittorio conservare uno status quo che favorisce le grandi imprese del web a scapito degli autori e degli editori del nostro paese".
"Le parole del ministro sono inaccettabili e lesive dell'industria creativa italiana". Lo dice il presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo che chiede "un incontro urgente a Di Maio".
Secondo Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, intervenuto all'Internet day "la rete è al centro del cambiamento e questo cambiamento non può più aspettare". La connessione ad Internet diventi un diritto primario di ogni cittadino - aggiunge -. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto. Immagino uno Stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a Internet di almeno mezz'ora al giorno a chi non può ancora permettersela". Di Maio ha poi assicurato che "questo Governo proseguirà il percorso di potenziamento delle infrastrutture di rete, proseguendo gli investimento nel piano banda ultralarga e 5G".
"L'uso di Internet - ha sottolineato il presidente della Camera Roberto Fico, intervenuto allo stesso evento - è tra i temi prioritari di questo Parlamento. La Rete è uno straordinario spazio di condivisione e conoscenza. Occorre che tutti siano consapevoli delle possibilità offerte da questa libertà offre. Sono convinto che per costruire una cittadinanza digitale serva un lavoro educativo e culturale trasversale a istituzioni e media. Con ragionamenti maturi e condivisi, capaci di guardare al futuro", ha concluso il presidente della Camera".
Per il sottosegretario con delega all'editoria Vito Crimi, "parlare di pericolo di fake news è una fake news. Le frottole sono sempre esistite: oggi abbiamo lo strumento del fact checking che ci permette di controllare tutti la veridicità di quello che leggiamo. Qualunque cosa leggiamo può essere riscontrata e approfondita".
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