L'Europarlamento si presenta completamente spaccato al voto che si terrà domani a mezzogiorno a Strasburgo: nessun gruppo politico, da sinistra a destra, è compatto sulle posizioni del sì o del no per procedere sulla riforma del copyright con Consiglio e Commissione Ue. Sarà quindi una conta all'ultimo voto, eurodeputato per eurodeputato, dall'esito completamente incerto ed aperto. E' quanto emerge da diversi osservatori e fonti alla vigilia della votazione in plenaria, che dovrà decidere se dare o meno il mandato a negoziare con Consiglio e Commissione Ue la revisione delle norme che regolano il diritto d'autore. Sia Verdi che Sinistra Gue, per il 'no', hanno comunque membri che voteranno a favore, il Ppe invece a favore avrà per esempio eurodeputati tedeschi che voteranno contro così come l'S&d, dove lo stesso Pd ha alcuni contrari come Daniele Viotti e la stragrande maggioranza dei 26 della delegazione a favore.
Anche tra i liberali dell'Alde c'è disgregazione. Non c'è però unanimità granitica nemmeno nelle famiglie più a destra o euroscettiche come l'Efdd, tipicamente orientate al 'no' come per quasi tutti i provvedimenti Ue al voto. Il M5S manterrà la sua linea contraria, nota da tempo. "Questa campagna" in corso contro la riforma del copyright "potrebbe influenzare molti colleghi, e questo mi rattrista", ha avvertito il relatore del provvedimento, il popolare tedesco Axel Voss, aggiungendo che "influenzare i legislatori europei diffondendo fake news potrebbe avere un effetto, ma vedremo domani". A puntare il dito contro la Ccia, l'associazione dell'industria informatica e delle comunicazioni, è la socialista francese Virginie Rozière, spiegando che si tratta della "lobby americana delle grandi piattaforme e dell'industria hi-tech che sta dietro" alla campagna in corso dove "sorprende che i supposti campioni della trasparenza e della correttezza utilizzino mezzi opachi per tentare di influenzare persone ed europarlamentari".
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