La battaglia fra Google e il Dipartimento di Giustizia arriva in tribunale. A 25 anni dallo scontro con Microsoft, le autorità americane portano oggi davanti al giudice l'azienda di Mountain View - che proprio in questi giorni compie 25 anni di vita - accusandola di aver soffocato la concorrenza. In quello che è il primo processo per monopolio nell'era moderna di internet la posta in gioco è alta soprattutto per l'amministrazione Biden, chiamata a dimostrare la sua forza contro i giganti di Big Tech. Un test non facile che riporta alla memoria il caso di Microsoft agli inizi del web.
"Questo caso riguarda il futuro di internet e se mai Google affronterà una significativa concorrenza", afferma il legale del Dipartimento di Stato Kenneth Dintzer all'apertura del processo. "Gli utenti hanno oggi più opzioni che mai nella ricerca e nelle modalità di accesso all'informazione online", dice John Schmidtlein, il legale di Google, in tribunale spiegando che il Dipartimento di Giustizia ha dipinto un quadro non accurato della posizione di Google sul mercato.
Proprio al caso di Redmond degli anni 1990 le autorità americane fanno riferimento nella documentazione presentata alla corte. Google, a loro avviso, ha usato lo stesso copione di Microsoft per affermarsi e ottenere il monopolio nella ricerca online. Jonathan Kanter, il capo della divisione antitrust del Dipartimento di Giustizia, dovrà convincere il giudice della bontà e della correttezza delle tesi contro Google, che ha spuntato contratti per garantire che il suo motore di ricerca fosse di default su un enorme platea di dispositivi, ad esempio quelli Apple. Contratti - è la tesi - che hanno soffocato la concorrenza e non consentito ai rivali reali e potenziali di offrire un'alternativa. Accuse che Google respinge seccamente: i contratti siglati sono legali e portano benefici per i consumatori, ai quali viene così offerta la migliore tecnologia.
Mountain View infatti ritiene che il suo successo sia legato al fatto che produce il miglior motore di ricerca: i consumatori hanno la possibilità di scegliere fra le varie alternative sul mercato, ma alla fine preferiscono Google. Per dimostrare la sua tesi Google intende chiamare vari testimoni, probabilmente anche il Ceo Sundar Pichai. I fondatori di Mountain View Larry Page e Sergey Brin non sono invece previsti. Sullo scontro diretto fra Google e le autorità americane sono puntati i riflettori della Silicon Valley. Una vittoria di Mountain View sarebbe infatti un sospiro di sollievo per gli altri colossi big tech finiti nel mirino dell'antitrust americano.
Il processo apre in una settimana chiave per la tecnologia, fra l'atteso lancio del nuovo iPhone di Apple e l'altrettanto attesa riunione a porte chiuse in Congresso sull'intelligenza artificiale alla quale parteciperanno, fra gli altri, Elon Musk, Mark Zuckerberg e Sundar Pichai.
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