I ricavi generati dalla musica in streaming battono per la prima volta quelli delle vendite di cd: a certificare il sorpasso è l'ultimo rapporto della Recording Industry Association of America (Riaa), secondo il quale nel 2014, negli Usa, le vendite di musica in streaming sono state pari a 1,87 miliardi di dollari, mentre le vendite dei Cd - supporto tecnologico che risale agli anni '90 - si sono fermate a 1,85 miliardi di dollari.
La fetta maggiore delle entrate dell'industria discografica è comunque costituita dai download di brani digitali (ad esempio quelli comprati su iTunes) con un valore di 2,6 miliardi di dollari, anche se, sottolinea il rapporto, le vendite di questo segmento sono diminuite dell'8,7%. I ricavi dallo streaming musicale comprendono gli abbonamenti a servizi come Spotify, Beats Music, Pandora e quelli generati da piattaforme sponsorizzate dalla pubblicità, come Vevo e YouTube, e le stesse versioni gratis dei servizi di streaming. Un mercato che lo scorso anno negli Usa è cresciuto del 29%, mentre i ricavi delle vendite dei cd sono crollati di quasi il 13%.
Il rapporto sottolinea una tendenza già in atto da qualche tempo: il passaggio dall'acquisto di musica da 'conservare' - su supporti come un cd o anche come libreria salvata sul proprio lettore Mp3 - a musica disponibile 'nella nuvola', nel cloud, da ascoltare in qualsiasi luogo e momento grazie allo streaming via internet. Solo 5 anni fa, negli Usa, lo streaming rappresentava il 5% dell'industria musicale, oggi invece è il 27% (i download digitali il 37% e gli acquisti 'fisici' il 32%).
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