"Una notizia è un fatto vero, rilevante e che interessa la collettività. Una fake news è una notizia volutamente falsa". Partendo da questa distinzione del direttore dell'ANSA, Luigi Contu, ha preso il via l'incontro su fake news e informazione nell'ambito di #SMMdayIT - Social Media Marketing Day - cui hanno partecipato anche Paolo Liguori (direttore TGCOM e TGCOM24 - Mediaset), Lorenzo Ottolenghi (vice direttore - Rainews24 Rainews.it, Televideo) e Matteo Marani (Sky Sport).
Il caso, totalmente inventato ma di larghissima diffusione, della pensione elargita a 35 anni alla sorella della presidente della Camera, Boldrini, è solo l'ultimo in ordine di tempo. La notizia ha avuto un'eco talmente ampia da costringere la terza carica dello Stato non solo a smentirla ufficialmente ma anche a ricordare che la sorella è morta, e in giovane età, da anni. Come già accaduto per i 'falsi storici' dei due posti di lavoro pubblici riservati alla figlia della Fornero o dell'abolizione dell'esame di maturità, è difficile se non impossibile arginare le bufale fabbricate ad arte. L'ho letto su Facebook quindi deve essere vero, dicono i molti che si fidano 'a prescindere' di ciò che circola su web. I social network - Facebook in testa - e le grandi testate giornalistiche stanno prendendo posizione contro le bufale, spigolando tra libertà di espressione e il diritto dei lettori a ricevere informazioni corrette. Non senza, ovviamente, i dovuti distinguo.
"Commettere errori - spiega Contu - non è certo un bene, ma a un giornalista può capitare. Se lo fa in buona fede e rettifica la notizia, può perfino acquistare in credibilità. Proprio perché ammette l'errore. Il problema - prosegue - è chi artificiosamente crea notizie verosimili e, utilizzando il potentissimo volano di social e del web, abusando della credulità del lettore per i fini più svariati. Fare informazione corretta - dice ancora il direttore dell'ANSA - ha un costo. E il fattore economico è del tutto rilevante in questo settore. Per contrastare il fenomeno delle false notizie - conclude - dobbiamo investire sulla alfabetizzazione digitale. Perché anche sui social, le fonti certe ci sono".
"L'informazione - rincara Liguori - è come il palo della giostra: tutti ci giriamo intorno. Se si inclina, la giostra si ferma. Io sono cresciuto con la TV, pensate che abbia fatto meno danni dei social?". "Preservare la cultura del dubbio, fare domande - spiega Ottolenghi di RaiNews - è fondamentale per non credere a qualsiasi cosa venga pubblicata. Il servizio pubblico - sottolinea - ha un plus di responsabilità. In più - prosegue - sempre più spesso ci rendiamo conto che i lettori, gli spettatori, hanno voglia di assistere agli eventi senza mediazioni e di grande impatto. E così sono diventati un caso su web le riprese senza commento della demolizione degli stabilimenti balneari abusivi sul litorale romano o il rogo della pineta di Fiumicino. Proprio come, altrove, accade alle fake news". Più dubbioso sul ruolo dei social è Matteo Marani, di Sky Sport: "L'alternativa alle bufale è pagare i professionisti, fondamentale diventa sempre di più il ruolo delle agenzie di stampa".
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