Facebook ha considerato in passato di far pagare le aziende per accedere ai dati degli utenti, anche 250mila dollari l'anno. L'informazione arriva da una serie di email interne alla società, di cui da' notizia il Wall Street Journal. I messaggi farebbero parte dei documenti che compongo una causa intentata al social network da parte di Six4Three, azienda che sviluppava applicazioni compatibili con Facebook.
Documenti sequestrati pochi giorni fa dal Parlamento inglese. Le email, secondo il Wsj, indicano che gli impiegati del social avevano discusso su un eventuale pressing a inserzionisti e sviluppatori per investire più soldi in cambio di accesso ai dati, con cifre che ammontano a 250mila dollari l'anno.
Le email risalgono al periodo 2012-2014, dopo la quotazione in Borsa e prima del caso Cambridge Analytica, e mostrano, spiega la testata, come Facebook cercasse di capire come monetizzare il grande ammontare di informazioni in suo possesso. Un portavoce della società ha spiegato che la discussione era in atto ma poi non se n'e' fatto più nulla. Ad aprile, in una audizione al Congresso Usa, Mark Zuckerberg ha ribadito: "non vendiamo i dati degli utenti".
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