Sono curiosi e appassionati gli svizzeri quando si tratta di scegliere il vino di qualità italiano, vogliono conoscere e capire quello che bevono, meglio se a raccontarglielo in prima persona è il produttore. E così, complice la vicinanza con il Veneto, si mettono in macchina per visitare territori e cantine del veronese in particolare e acquistare direttamente le bottiglie. Non è un caso che secondo gli ultimi dati del sistema turistico regionale veneto gli svizzeri siano aumentati dello +0,5% superando quota 85 mila, posizionandosi al quinto posto dopo Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna.
"La Svizzera è un paese piccolo ma molto interessantissimo per i nostri produttori - spiega il direttore del Consorzio di tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello - un mercato caratterizzato da consumatori abituali che spendono volentieri per un buon calice di rosso, complici anche le basse temperature". Con alcune differenze sul fronte delle vendite perchè, mentre il Cantone tedesco predilige i canali tradizionali e quindi mercati, negozi e ristoranti, per il Canton Ticino è la vendita diretta a fare la parte del leone. Secondo l'indagine di Wine Intelligence per il Consorzio, l'Italia è il principale esportatore di vino fermo in Svizzera, dove i consumatori di alta gamma sono il 12%, il 55% lo beve almeno 2-5 volte a settimana, spendendo più di 25 franchi a bottiglia. Per quanto concerne le varietà più gettonate, si consuma una percentuale significativamente più elevata della media di Merlot (74%), Pinot Nero (63%), Syrah (56%), Tempranillo (47%) e Primitivo di Manduria (45%), a conferma che c'è una predilezione per il vino rosso strutturato, ma senza trascurarne l'eleganza, due fattori che ben caratterizzano i vini della Valpolicella.
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