Cresce a ritmi serrati, anche in Italia, il settore della birra artigianale. E non solo dal punto di vista dei consumi, ma anche nel numero di produttori. I microbirrifici, da Nord a Sud, sono aumentati del 400% in dieci anni, passando dai 132 attivi nel 2005 ai 670 del 2015. A monitorare, forse per la prima volta in modo sistemico, questo trend in continua ascesa è lo studio internazionale "Prospettive economiche della birra artigianale. Una rivoluzione nell'industria brassicola globale" a cura di Christian Garavaglia, docente di economia presso l'Università di Milano Bicocca e affiliato al centro di ricerca Icrios della Bocconi, insieme a Johan Swinne, direttore del Licos Centre for Institutions and Economic Performance dell'Università di Lovanio (Belgio).
Dal primo birrificio artigianale nato nel 1990 in Italia, si è passati dunque ai 670 del 2015. Un boom dovuto "al cambiamento negli stili dei consumi, alla nascita di una domanda più sofisticata per i prodotti agroalimentari e alla crescente interconnessione dei mercati", sottolinea Garavaglia. L'Italia, dopo Stati Uniti, Spagna e Regno Unito, è il Paese che, nel periodo 2010-2015, ha riscontrato la crescita annuale maggiore nel numero complessivo dei birrifici (+71).
Lo studio, frutto di una ricerca durata quattro anni sul segmento delle birre artigianali in 16 Paesi, sarà presentato a Beer Attraction, che si terrà a Rimini Fiera dal 17 al 20 febbraio. Da dati UnionBirrai risulta che il segmento della craft beer in Italia (al 2015) ha raggiunto il 3,7% del mercato e la produzione ha superato i 500mila ettolitri l'anno. (ANSA).