"Federalimentare non può che
accogliere favorevolmente l'accordo di libero scambio tra UE e
Giappone che porterà grandi risultati in termini di export e di
opportunità a tutta l'industria alimentare italiana". Così Ivano
Vacondio, presidente di Federalimentare, commenta il Jefta,
Japan-Eu Free Trade Agreement, che entrerà in vigore domani
primo febbraio. Un accordo che arriva in un momento in cui
l'export dei prodotti alimentari in Giappone attraversa una fase
di stazionarietà (+0,0%) rispetto allo stesso periodo 2017,
quando ha raggiunto i 715,1 milioni di euro, con un +2,1%
sull'anno precedente. "L'accordo commerciale con il Giappone, un
paese che oggi è al decimo posto dei nostri sbocchi alimentari,
è molto qualificante perché creerà una zona di libero scambio
che interesserà 635 milioni di persone e circa un terzo del Pil
complessivo a livello mondiale" sottolinea Ivano Vacondio.
Nello specifico, l'accordo prevede l'eliminazione dei dazi su
molti formaggi (attualmente tassati quasi al 30%), sulle
esportazioni di vini, cui si applica attualmente un dazio del
15% in media, consentendo alla Ue di aumentare considerevolmente
le sue esportazioni di carni bovine e di offrire ulteriori
possibilità di esportazione per i prodotti a base di carni
suine. Infine, l'accordo garantirà la protezione in Giappone di
oltre 200 indicazioni geografiche protette, di specialità
culinarie tradizionali europee di alta qualità e la protezione
nella UE di una serie di indicazioni geografiche giapponesi.
"La rimozione di larga parte dei dazi che pesano sui prodotti
italiani e la maggiore apertura del mercato giapponese sono il
migliore presupposto per evitare possibili ripiegamenti di
questo sbocco e per confermare nel tempo le brillanti
performance messe a segno fin qui da un mercato di grande
prestigio, selettivo e molto attento alla qualità".
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