I prezzi mondiali dei prodotti alimentari tornano a salire ad agosto spinti al rialzo dagli ingenti guadagni generati zucchero, frumento e oli vegetali.
Dopo due mesi consecutivi di ribasso l'indice Fao ha fatto segnare un aumento del 3,1% rispetto a luglio e del 32,9% rispetto allo stesso mese nel 2020. Partendo dallo zucchero, i listini indicano un rialzo del 9,6% rispetto a luglio, spinto dai timori legati ai danni causati ai raccolti dalle gelate in Brasile, maggior paese esportatore mondiale di zucchero. I prezzi degli oli vegetali segnano +6,7% con i prezzi dell'olio di palma tornati agli alti valori di un tempo, per timore di una produzione al di sotto del suo potenziale e dai conseguenti ritiri di scorte in Malaysia; in rialzo anche le quotazioni dell'olio di colza di girasole.
Sul fronte dei cereali, secondo l'indice Fao l'aumento medio è del 3,4%, dove, se il frumento ha avuto un'impennata dell'8,8%, il mais invece è calato dello 0,9%. Prezzi in leggera salita, per la carne ovina e bovina, ma non per la suina scesi a causa del continuo calo degli acquisti in Cina e della debole domanda interna in Europa. Andamento leggermente negativo, infine, anche per i prodotti caseari da luglio, per il calo delle quotazioni internazionali del latte in polvere, ma non per quelle di burro e formaggio.
Bene le scorte di cereali ma il clima impatta sulla produzione
Scorte cerealicole mondiali ancora adeguate, malgrado le prospettive inferiori di produzione. A rilevarlo è il Bollettino Fao appena pubblicato sul mercato, stimando una produzione per fine anno di 2.788 milioni di tonnellate, in aumento dello 0,7% rispetto al 2020, ma al di sotto delle aspettative di luglio. Per il frumento il calo sarà dello 0,7%, a 769,5 milioni di tonnellate, per le conseguenze della siccità in Nord America e per le avverse condizioni meteo in Kazakistan e nella Federazione russa. Ad aumentare dell'1,3% sono i cereali secondari per un totale di 1.499 milioni di tonnellate. Per il riso la stima è di +0,9% su base annua, fino a raggiungere il dato record di 519 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda i consumi dei cereali, la Fao prevede un aumento dell'1,4% entro il 2022, a 2.809 milioni di tonnellate, sostenuto sia dal consumo umano che dai mangimi entrambi in forte crescita.
La previsione di luglio relativa alle scorte mondiali di cereali per la fine delle stagioni nel 2022 è stata abbassata a 809 milioni di tonnellate, un calo dello 0,9% rispetto alle stime iniziali. La scarsa piovosità ridurrà le scorte di frumento, se quelle negli Stati Uniti d'America continueranno una discesa che dura da otto anni, il Canada farà registrare il livello più basso degli ultimi 40 anni. Complessivamente il rapporto tra scorte e consumo di cereali è previsto al 28,1%, in calo rispetto al 29,9% del 2021/22 ma "rassicuranti da un punto di vista storico", precisa la Fao. Il commercio mondiale è previsto, infine, in discesa con una contrazione dell'1,3% a 466 milioni di tonnellate; i cali stimati riguardanti frumento e cereali secondari supereranno gli aumenti previsti nel commercio mondiale del riso.