Stabilità dei flussi di acquisto dei prodotti agroalimentari rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e un aumento dei prezzi del 17% per l'ortofrutta e del 22% per l'ittico. Tuttavia, si tratta di aumenti sensibilmente inferiori rispetto all'aumento dei costi. E' quanto rilevato questa settimana dall'Ufficio Studi del CAR (Centro Agroalimentare di Roma), il più grande hub d'Italia per la commercializzazione del prodotto fresco e freschissimo.
Secondo l'osservatorio del CAR, che ha l'obiettivo di orientare il consumatore finale all'acquisto dei prodotti, susine, uva da tavola, pesche e melanzane sono i prodotti che hanno confermato un ottimo rapporto qualità-prezzo. Seguono poi fichi d'india, mele, pomodori rossi, cetrioli, peperoni e zucchine, mentre pere e lattughe chiudono la classifica.
"Registriamo una crescita significativa dei prezzi sia nell'ortofrutta sia nel settore ittico. Attenzione, però: si tratta di aumenti sensibilmente inferiori rispetto all'aumento dei costi", commenta il direttore generale del CAR Fabio Massimo Pallottini. "Per fare un esempio, oggi le aziende che distribuiscono questi prodotti hanno visto triplicare i propri costi energetici. Da un lato, le famiglie fanno spesa più spesso per ridurre gli sprechi, dall'altro, però, i loro consumi sono in calo. Il dato, seppur compensato in parte dalle performance del settore della ristorazione, è tuttavia preoccupante".
A causa della costante diminuzione del potere di acquisto, precisa il centro, "gli acquirenti rischiano di doversi privare di alimenti importanti per una corretta dieta. Ci attendiamo che le potenzialità previste nelle misure del PNRR per questo delicato settore vengano non solo mantenute ma attuate prima possibile per venire incontro ad una così vasta platea di attori coinvolti".