Continuano a crescere anche nel terzo trimestre del 2022 gli indicatori economici del settore agroalimentare. Aumenta il Pil dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% sullo stesso periodo del 2021, pur registrando una flessione dell'1,4% del valore aggiunto agricolo in termini congiunturali e dello 0,8% sul tendenziale. Salgono poi sia i consumi nazionali (+1,8%) che gli investimenti fissi lordi (+0,8%). È quanto emerge nel CREAgritrend, il bollettino trimestrale messo a punto dal Crea con il suo Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia.
Rispetto allo stesso periodo del 2021, tra luglio e settembre 2022, si è verificato un aumento dell'indice della produzione e del fatturato: per l'industria alimentare rispettivamente +0,7% (con picco ad agosto) e +25% nel complesso (e +31% sui mercati esteri); per l'industria delle bevande rispettivamente +6,7% (con picco a settembre) e +15% nel complesso (e +13% sui mercati esteri). A crescere è anche l'indice dei prezzi alla produzione sia dell'industria alimentare (sul mercato interno +18,8% rispetto al terzo del 2021 e +15,5% sul mercato estero) sia delle bevande (+6,3% sul mercato estero).
Le esportazioni toccano i 15 miliardi (+17,6% sull'anno), con aumenti a doppia cifra per Spagna e Paesi Bassi (+20% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Quanto ai prodotti maggiormente venduti sono stati i vini (+10%), oli e grassi (oltre il 30%) e frutta fresca. In aumento anche le importazioni che superano i 15,7 miliardi (+30,8% in linea con il trimestre precedente), trainate dai cereali (+63%) e in piccola parte dai prodotti ittici (+6,3%). Da segnalare che ai netti aumenti in valore spesso corrispondono incrementi dei volumi più contenuti o addirittura in calo. Quanto, infine, al clima di fiducia registrato da fine settembre al 18 dicembre 2022, è in aumento del +2,3% rispetto al periodo precedente, con una prevalenza dei giudizi positivi e molto positivi (67,2%.). Cresce, però, anche la percentuale dei giudizi neutrali (4,2%) e la conseguente diminuzione dei giudizi negativi (-5,1%), pari al 28,6% dei totali.