"E' certamente fuori luogo, non c'è
dubbio, far pagare un quantum in più per quello che appare solo
come una cortese richiesta". Lo afferma, in una lettera a Il
Corriere, il direttore generale di Fipe-Confcommercio, Roberto
Calugi, sulle polemiche seguite al 'taglio del toast a due euro"
e in generale all'aumento dei prezzi questa estate di bar e
ristoranti. "Il dibattito e le polemiche nate a valle di quei
comportamenti, non rendono giustizia a quel 99% fra i 300.000
bar e ristoranti di questo Paese, che quel Toast o quella pizza
ogni giorno tagliano e fanno condividere gratuitamente".
"E' certamente vero che i listini dei menu sono stati
ritoccati al rialzo, ma è altrettanto vero e certificato
dall'Istat come i bar e ristoranti abbiano aumentato i prezzi
rimanendo abbondantemente sotto la dinamica inflattiva nel corso
degli ultimi 24 mesi. In altri termini, a fronte di materie
prime, energia e altri costi crescenti, la ristorazione ha
registrato aumenti inferiori, compensando con l'erosione dei
margini il differenziale. Negli ultimi due anni abbiamo
registrato un'inflazione media dell'intera economia del 14%
(luglio 23/luglio 21), a fronte di un aumento dei prezzi nelle
attività di ristorazione pari al'11%" sottolinea.
"E' antipatico e a nostro avviso anche controproducente per
l'attività dell'esercizio in questione, ma per quanto possa
apparire banale scriverlo, è importante ricordare che i
ristoranti, i bar, i pub, le pizzerie, sono imprese e come tali
devono necessariamente fare i conti con l'ultima riga del
proprio conto economico, reso enormemente più fragile nel
periodo pandemico" conclude.
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