MILANO - La pasta è molto più di un alimento, è, insieme alla pizza, un elemento culturale. Esprime un'identità, quella dell'Italia. E' anche per questo che la pasta italiana, per qualità e diffusione, è e resta la migliore al mondo. Non a caso la maggior parte delle imprese italiane che producono pasta sono centenarie. Non a caso il consumo in Italia di pasta è di circa 26 kg pro capite l'anno. Tuttavia secondo Paolo Barilla, presidente di Aidepi (Associazione Industrie Dolce e Pasta) questa tradizione va messa al passo coi tempi sia in termini di produzione, sia in termini di comunicazione.
E' da inserirsi in questo quadro il crescente consumo in Italia di pasta integrale. Secondo un'indagine Doxa, 1 italiano su 2 la sceglie "per il suo gusto e perché fa bene alla salute".
Nell'ultimo anno la pasta integrale ha mostrato tassi di crescita vicini al 20%. Ma nei volumi - sottolinea Aidepi - la pasta è ancora marginale. Rispetto alla pasta di semola tradizionale rappresenta circa il 10% del mercato. "La pasta integrale - ha sottolineato Barilla, in un incontro a Milano - è la risposta del settore alle ultime linee guida nutrizionali".
Secondo i nutrizionisti, infatti, la pasta integrale ha meno calorie e più fibre, in media circa 8 grammi ogni 100 di prodotto (contro i 2,5 grammi della pasta 'bianca')."Questo significa - ha spiegato il gastroenterologo Luca Piretta - che la pasta integrale può dare il suo contributo al nostro bisogno di fibra. Ognuno di noi per stare bene ha bisogno dai 25 ai 30 grammi di fibra. La pasta integrale, se inserita nella nostra dieta in modo corretto, può aiutare ad abbassare il nostri indice glicemico e a stare meglio".