"Questa nuova linea di pomodoro - spiega Aurelia Scarano del Cnr-Ispa - è stata ottenuta grazie alle emergenti tecnologie di editing del genoma, in particolare il sistema Crispr/Cas9, che ci ha consentito di introdurre in maniera estremamente specifica una piccola modifica nel gene del pomodoro che codifica per l'enzima 7-deidrocolesterolo reduttasi, coinvolto nella conversione della provitamina D3 a colesterolo". Bloccando questo processo, si ottiene un importante accumulo di pro-vitamina D3 nei frutti e nelle foglie, senza alterare crescita e produttività della pianta. "Dai calcoli effettuati - precisa Scarano - risulta che il consumo di un paio di pomodori freschi al giorno di questa nuova linea potrebbe soddisfare in buona parte la dose giornaliera raccomandata di vitamina D".
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