ROMA - Nubifragi, vento e neve costringono molti pescherecci a restare fermi in porto, tanto che per i prossimi giorni è previsto un calo dell'offerta delle produzioni nazionali sui mercati del 40%. A soffrire di più è il versante adriatico, dove in alcune marinerie il 100% della flotta non riesce a lavorare. E' l'effetto Buran nella pesca, fa sapere la Federcoopesca-Confcooperative, nel precisare che al problema della minor pesca si aggiunge quello della viabilità e dei trasporti che spesso rendono difficile il conferimento dei prodotto nei mercati ittici.
Queste ondate di maltempo, precisa l'associazione, hanno il loro effetto non solo nell'immediato, limitando l'attività di pesca, ma spesso lasciano pesanti strascichi per quanto riguarda l'insabbiamento dei porti, come sta accadendo in alcune zone. Da qui la mappatura delle maggiori criticità lungo le coste italiane.
In Friuli e in Veneto le temperature rigide e il vento, rendono molto difficile l'uscita in mare, in pochi riescono a farlo. Critica la situazione a Pila (Rovigo), fiore all'occhiello della pesca del pesce azzurro con oltre 60 pescherecci, dove la bora sposta la sabbia e interra il canale del porto già segnato da problemi strutturali, rendendo così impossibile l'attività di pesca. Nelle Marche, ad Ancona la marineria è ferma. A Civitanova e San Benedetto, poche unità in mare. Il problema è la commercializzazione di quel poco pesce che verrà portato a terra, visto che il traffico stradale è in fortissima difficoltà. In Puglia grosse criticità vengono segnalate su Manfredonia. Anche Sicilia e Sardegna sono sferzate dal maltempo e non si va per mare.
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