Allevare non solo più spigole e orate ma anche la tremolina, verme marino autoctono del Mediterraneo commercializzato come esca per la pesca sportiva. Per la prima volta è stata portata a termine la riproduzione in cattività dei primi esemplari di Hediste diversicolor nei laboratori del Cnr Ismar di Venezia, mentre presso il Centro ittiogenico di Tarquinia dell'Università di Viterbo sono stati raggiunti importanti risultati sull'ingrasso. Merito del progetto sperimentale promosso dall'istituto di ricerca scientifica Unimar e dalla Fipo (Federazione italiana produttori operatori articoli pesca sportiva) con la collaborazione del Cirspe e sostenuto dal ministero delle Politiche agricole. Questi vermi sono impiegabili non solo come esche, ma anche come mangimi naturali negli impianti di acquacoltura. Si tratta di un modello di acquacoltura innovativo amico dell'ambiente, visto che questi vermi oggi vengono raccolti a mano con metodi impattanti, con l'ausilio di pale, smuovendo energicamente la sabbia e, in diversi casi, danneggiando i delicati equilibri dei fondali del Mediterraneo.
"Allevare vermi marini può offrire un reale contributo in termini di sviluppo commerciale a diverse imprese del mondo della pesca - fa sapere il presidente della Fipo Ciro Esposito - nel futuro potremo realizzare una nuova tipologia di azienda dedita all'acquacoltura dei vermi del Mediterraneo che fornirà, a costi più contenuti di quelli attuali, esche per la pesca sportiva e mangimi biologici per integrare la dieta dei pesci di allevamento". La strada è ancora lunga per arrivare ad allevare tremolina in quantitativi adeguati per le esigenze del mercato, fa presente il presidente, ma essere riusciti a riprodurlo artificialmente consente di poter ritenere di ridurne il prelievo nel suo ambiente naturale.
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