E' l'appello al nuovo Governo di PescAgri, l'associazione dei pescatori Italiani, promossa da Cia-Agricoltori Italiani per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione dell'acquacoltura.
Il comparto- informa una
nota- è sempre più in crescita, con un giro d'affari di 510
milioni (suddivisi in 295mln per piscicoltura e 215 per la
molluschicoltura) e 900 aziende su tutto il territorio. La
produzione è di circa 165mila tonnellate di trenta specie
diverse di pesce. "C'è bisogno- commenta il presidente Cia,
Cristiano Fini- di incentivi agli investimenti per produrre di
più utilizzando al meglio i fondi del Feampa-Fondo europeo per
gli affari marittimi e la pesca- per il comparto nazionale,
terzo a livello europeo, mentre è decimo per la pesca, colpito
dai rincari dei costi energetici, ma strategicamente rilevante
per il settore primario". "Data la crescente domanda e il
sovrasfruttamento degli stock ittici -afferma la presidente
PescAgri, Rosa Castagna- l'acquacoltura non può più essere
considerata ancillare alle attività di cattura. Dal 2013 la
crescita di produzione è stata dell'8% e il prodotto ittico
d'allevamento è destinato entro il 2030 a superare quello
pescato, arrivando a coprire il 70% della domanda". La priorità
è dunque per PescAgri- riporta l'associazione dei pescatori
Italiani della Cia- è la promozione dell'itticoltura sotto il
profilo ambientale, economico e sociale, oltre alla
conservazione delle risorse biologiche acquatiche. In
quest'ottica- sottolinea l'associazione- ha preso il via il
progetto "PescAgri che vogliamo!", che punta alla formazione
professionale degli operatori del settore della pesca e gli
imprenditori ittici, traghettando il comparto verso gli
obiettivi europei di transizione ecologica grazie
all'innovazione tecnologica.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA