La commissione ha chiesto all'Italia di adeguarsi a quanto disposto. Dentro la marineria di Mazara che pratica lo strascico d'altura c'è preoccupazione. "Continuando così per lo strascico avverrà la naturale riduzione dei pescherecci perché gli armatori falliranno prima - spiega l'armatore Marco Marrone - già oggi facciamo i conti con le quote delle zone Gsa per il gambero rosso, con ulteriori restrizioni rischiamo di chiudere i battenti non riuscendo più a sopravvivere".
"È un provvedimento che decreterà la morte della marineria - dice Santino Adamo, presidente di Federpesca Mazara del Vallo - già soffriamo di altre restrizioni per i metodi da pesca e sulla marineria pesa il caro gasolio. Cercheremo di opporci a tutti i costi". La Commissione europea ha chiesto all'Italia e agli altri Paesi dell'Ue di "eliminare gradualmente la pesca di fondo in tutte le aree marine protette al più tardi entro il 2030", avvertendo, altresì, "che questa tecnica non sia sostituita da alternative equivalenti o peggiori". Si tratta di due milioni di ettari di mare dove bisognerà evitare lo strascico.
Eppure, dopo un periodo in cui lo strascico era cresciuto a dismisura, i premi per la demolizione delle imbarcazioni hanno ridotto del 70% la flotta mazarese e sono state applicate azioni di contenimento: "A partire dall'innalzamento della maglia minima dai 40 ai 50 mm di apertura e all'introduzione di rigorose taglie minime per le specie pescate oltre ai fermi biologici e tecnici che ne riducono i giorni di pesca, le minacce vere per gli stock ittici sono la pesca illegale e quella indiscriminata dei Paesi nordafricani soprattutto nelle acque dello Stretto di Sicilia", spiega Franco Andaloro, referente per la Sicilia del Cluster big.
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