- Mezzo miliardo di euro. A tanto ammonta, all'incirca, il giro d'affari dei Dolci di Carnevale.
Un mercato in costante aumento cresciuto quasi del 25% circa nell'arco di cinque anni. A rilevarlo una indagine condotta da Cna Agroalimentare tra i suoi iscritti di tutta Italia. Una voglia di festeggiare che rimane prepotente negli italiani nonostante l'orientamento sempre più diffuso nelle famiglie, complice il confinamento e la crisi, a dedicarsi alla cucina.
Evidentemente, però, non è vero che a Carnevale ogni frittella vale. "C'è frittella e frittella - sottolineano i pasticceri e gli altri operatori del settore iscritti a Cna Agroalimentare - e quella degli artigiani ha un altro sapore". Come testimoniano i buongustai italiani, decisi a farsi questa concessione e a concedersi qualche peccato di gola prima di immergersi nel periodo quaresimale. In testa tra gli acquisti, senza concorrenti che tengano, sono le chiacchiere nelle varie denominazioni locali. Chiacchiere, appunto, in Lombardia, Piemonte, Campania, Sicilia e quasi tutto il Sud. Frappe a Roma e nel Lazio, cenci in Toscana, bugie in Liguria, ciarline in Emilia, fiocchetti in Romagna, crostoli in Friuli Venezia Giulia. Nelle varie declinazioni, fritte della tradizione, al forno per i salutisti, magari bagnate nella cioccolata fusa per i goduriosi, e all'arancia e alla cannella, tra le nuove tendenze. "Da sole valgono - secondo le stime di Cna Agroalimentare - tra il 40 e il 50% del ricco mercato dei Dolci di Carnevale".
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