In questo modo nelle loro abitazioni gli Accademici possono così, almeno idealmente, sentirsi vicini e gustare lo stesso menù messo a punto dal cuoco e le stesse bevande esattamente come è finora avvenuto da un cinquantennio nei ristoranti del territorio. La partenza è fissata per la sera di sabato 2 maggio, quando sarà una trattoria imolese a cucinare un suo menù, consegnando poi il cibo nelle case degli Accademici, seguendo le istruzioni dettate dall'emergenza sanitaria. E per salvaguardare il massimo della convivialità possibile, un servizio di interconnessione audiovisiva permetterà di raggruppare contemporaneamente, con un piccolo riquadro sullo schermo di ciascun cellulare, la tavola di ogni commensale.
L'Accademia Italiana della Cucina, anche in questa difficile fase, "vuole mantenere vivo il gusto della socialità - spiega Gaddoni - e il piacere di un pensiero gastronomico che esalti le culture dei territori, delle conoscenze degli ingredienti, della tracciabilità e delle cucine domestiche senza salti nel vuoto ma sempre con un occhio attento sulla salute, sulla bontà e sulla tipicità delle produzioni locali".
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