(ANSA) - TORINO, 10 NOV - Troppe proteine e carboidrati nella mensa pre-Covid, in cui sale però la quota bio, e menù semplificati dopo il lockdown. E' quanto emerge dal 5/o rating dei menù scolastici e dall'indagine sulla mensa post-lockdown realizzati da Foodinsider e presentata oggi, on-line, durante uno degli appuntamenti di Terra Madre Salone del Gusto. Una fotografia della ristorazione scolastica che si è dovuta fermare a febbraio ma che vede sempre in testa Cremona e Fano, con un exploit di Sesto Fiorentino, che ha scalato la classifica anche grazie all'introduzione di grani antichi, e un miglioramento di Verona che sale di posizioni riducendo nel menù la carne rossa.
Fra le note positive la riduzione di salumi, le caratterizzazioni regionali di alcune città e il raddoppio dei menu certificati bio, anche se, sottolinea la direttrice di Foodinsider Claudia Paltrinieri, "un quarto dei menu scolastici non rispetta il 40% di prodotti bio che dovrebbero essere presenti". Fra le note dolenti, invece, l'eccessiva quantità di carni rosse e di pasta.
Quanto al 'post Covid', emergono cambiamenti sia organizzativi che di equilibrio nutrizionale, con menu semplificati in cui spesso abbondano paste con condimenti semplici o pizze, scompaiono minestre e brodi e le polpette sono sostituite da bocconcini. Fra i punti positivi, il gradimento dei bambini per il pasto consumato in classe, che invoglia a mangiare di più, e l'investimento in risorse umane. "Dobbiamo continuare a lavorare - sottolinea la vice presidente della Commissione Ambiente della Camera, Rossella Muroni - per far capire che in nessun luogo come a scuola il cibo è salute, cultura, legame con il territorio, possibilità di integrazione.
La mensa educa e se scompare perdiamo un presidio importante di salute e cittadinanza". (ANSA).