Arriva a sfiorare 1,50 euro la tazzina di caffè a causa di un rincaro del costo della materia prima al grezzo che si riversa sulla filiera delle 927 torrefazioni italiane e a cascata sui pubblici esercizi e consumatori. A lanciare l'allarme sull'incremento di mercato e sulla attuale crisi di settore è Alessandro Bianchin, presidente del Gruppo Italiano Torrefattori di Caffè e Ceo di Bin Caffè.
Il trend del settore, fotografato con un report economico, mette in luce che rispetto all'anno precedente, nel 2021, si è assistito ad un aumento sostanziale delle importazioni, che segnano un +5,5% per il caffè verde e +21,2% per il decaffeinizzato non torrefatto con un giro d'affari di oltre 982 milioni di euro di import del caffè verde, rispetto ai 930 milioni di euro del 2020, secondo dati Istat. L'export della materia prima, che nel 2021 si è invece ridotta del 3,8% per il green coffee e del 14,7% per la materia prima decaffeinizzata, passa da oltre 41 milioni a 38 milioni di euro.
Tra i fattori che hanno contribuito alla crisi di comparto- sostengono gli operatori- il congestionamento del traffico marittimo dovuto all'impennata dell'import post lockdown, il cambiamento climatico, causa della forte irregolarità dei raccolti e la speculazione finanziaria internazionale con le quotazioni del caffè nelle borse di Londra e New York che registrano, "da oltre un anno, un trend rialzista dell'80% per il caffè Arabica e del 70% per la Robusta". Gli addetti ai lavori. per superare crisi, auspicano l'aggiornamento dei bandi per l'internazionalizzazione, strumento considerato d'aiuto per le torrefazioni. (ANSA).