Criticità del sonno (in crescita nell'ultimo anno, 54,45%), ansia (40,54%), tristezza (38,73%) e isolamento sociale (34,90%): sono questi alcuni sintomi fisici correlati allo stress da ristorazione e venuti alla luce già nel periodo pre-Covid con lo studio "La Psicologia al servizio della ristorazione", realizzato dell'Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto insieme all'Ordine degli Psicologi del Lazio e che sarà presentato oggi lunedì 28 febbraio alle ore 17.00 durante un evento in diretta sulla pagina Facebook dell'Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto. Lo studio, accreditato come il primo in Italia, è stato realizzato con lo scopo di accendere un faro sul tema dello stress da lavoro che si crea nelle cucine e nelle sale dei ristoranti e analizzarlo con un approccio scientifico e professionale per aiutare tutti coloro che lavorano nella ristorazione e nell'accoglienza a prendere consapevolezza delle conseguenze emotive e fisiche che tale mansione implica. Per realizzare lo studio è stato distribuito un questionario agli associati a risposta multipla con 30 domande. L'identikit dei rispondenti vede una prevalenza nella fascia di età fra i 31 e i 65 anni (89,2%), circa il 73% afferma di svolgere questo lavoro da più di 20 anni e nell'84% dei casi si tratta di soggetti titolari o co-titolari dell'attività. Tra i risultati ottenuti risultano criticità legate al turnover del personale (80,18%), all'equilibrio tra vita lavorativa e vita privata (55,85%), agli orari di lavoro (54,95%) e ai carichi di lavoro (54,05%). Alla domanda su come abbiano affrontato la situazione lavorativa conseguente alla pandemia, i partecipanti allo studio hanno affermato di non aver fatto ricorso alla Rete Counselling psicologico/ psicoterapia, quanto piuttosto di essersi dedicati nel periodo delle chiusure all'aggiornamento professionale (72,08%), agli hobby (63,07%) o al cercare notizie /informazioni (59,46%). Lo studio è e disponibile in formato e-book.