Il governo indiano ha reso oggi meno restrittivo il blocco delle esportazioni di grano deciso sabato, decisione che, secondo gli analisti, ha causato un'impennata dei prezzi di circa il 6 per cento in tutti i mercati globali.
Il Ministero al Commercio e Industria ha comunicato di avere sbloccato le consegne già autorizzate dalle Dogane e tutte quelle per le quali erano state presentate le domande prima del 13 maggio.
A seguito di una richiesta del governo del Cairo, Delhi ha inoltre dato semaforo verde a una fornitura destinata all'Egitto, già caricata al porto di Kandla, che si aggiunge alla precedente consegna di 61.500 tonnellate metriche già partite.
Il Ministero ha di nuovo sostenuto che la decisione mira a garantire la sicurezza alimentare interna e a controllare l'inflazione, "senza intaccare la credibilità dell'India come paese fornitore per i paesi in deficit di scorte, oltre ad offrire un'indicazione chiara al mercato per prevenire l'incetta a scopo speculativo".
La scelta di passare all'improvviso dalla libertà di export di tutti i cereali alla proibizione è stata apertamente criticata su molti media. Molti hanno ricordato che ancora il 12 maggio Delhi aveva annunciato visite ufficiali di suoi delegati in 9 paesi (Marocco, Tunisia, Indonesia, Filippine, Tailandia, Vietnam, Turchia, Algeria e Libano), per esplorare le possibilità di esportazione.
Il blocco ha creato caos nei porti del Gujarat, con code di chilometri di migliaia di camion fermi, e gli esportatori incerti sul futuro di almeno quattro navi cargo già cariche e pronte a salpare.