La guerra in Ucraina pesa per ogni singolo allevamento da latte poco più di 90,129 mila euro, causando un aumento dei costi di produzione del 111% nel primo semestre del 2022 rispetto al 2020. Il dato emerge dal terzo rapporto del Crea Politiche e Bioeconomia pubblicato dall'inizio dell'anno 2022, che fotografa e documenta le difficoltà di un'agricoltura che sta affrontando una crisi senza precedenti, ulteriormente aggravata dall'emergenza idrica. Si tratta di uno dei settori in maggiore sofferenza nell'ambito della zootecnia, fa sapere la direttrice del Crea Politiche e Bioeconomia, Alessandra Pesce; basti pensare che l'impatto medio aziendale nazionale del conflitto stimato dai ricercatori è di 29.060 euro.
Gli aumenti, calcolati dai ricercatori sulla base di otto voci di costo, sono legati all'eccezionale rincaro a livello medio aziendale delle spese per l'energia elettrica (+35 mila euro), per l'acquisto di mangimi (+34 euro e dei carburanti (+6 mila euro). Il report, elaborato sulla base dei dati aziendali rilevati dalla rete Rica che monitora il reddito e le attività delle imprese, .evidenzia anche le variazioni degli aumenti su scala territoriale: la circoscrizione nord occidentale, che registra il più elevato incremento dei costi (oltre 138 mila euro per azienda), è quello con i minori incrementi percentuali (+106%), mentre in quella nord orientale i costi aumentano del 108%, per crescere progressivamente nel centro (+112%), nel meridione (+129%) e nelle isole (+138%). Si stima che un'azienda su 4 potrebbe non riuscire a far fronte ai pagamenti immediati e a coprire i costi correnti, con il forte rischio di dover chiudere l'attività. I risultati del report sono strettamente correlati alle caratteristiche strutturali aziendali, alla dimensione economica, al modello organizzativo, nonché alla vocazione produttiva e al contesto economico e territoriale, in cui le aziende zootecniche operano e al collegamento con i mercati di approvvigionamento dei mezzi tecnici di produzione.