La carbonara da passeggio nel cuore di Roma. PastaEat, un locale di pasta fresca nella Capitale, in Corso Vittorio Emanuele 22, sta italianizzando lo street food declinato in abbondanti porzioni da 200 grammi di tonnarellli, gnocchi, fettuccine e ravioli serviti nei classici e profondi contenitori del pokè per uno scontrino medio che non supera i dieci euro. Ed è subito successo tra gli studenti, i turisti, e i lavoratori in pausa pranzo che ritrovano i sapori della sfoglia di pasta fresca in modalità asporto dei pescatori del Pacifico.
"Sono stati propri i clienti, sui social, a ribattezzare le proposte del menu come PastaPokè©, marchio che poi abbiamo registrato" racconta Emanuele Cenci, 39 anni, che nel 2015 ha avviato un laboratorio di pasta fresca al Collatino investendo poi, nel 2017, in questo locale, unica sede a Roma, dove, dalle 10 alle 22, si fa la fila per assaporare primi piatti classici della cucina romanesca e italiana, dalla cacio e pepe alla gettonatissima carbonara, con proposte temporary come i ravioli al sugo di vaccinara. "Nulla di turistico, circa l'80% della clientela è romana o italiana, che consuma qui o passeggiando tra Largo Argentina e Pantheon" sottolinea il pastaio che ha scelto di proporre le maxi porzioni perché, "la pasta da' la stessa gioia di un gelato, ti ci devi tuffare dentro, deve appagare. Mi spiace solo non poter proporre la pasta gluten free, ma con soli cinque fornelli in cucina è impossibile. In menu ci sono 21 tipi di pasta, solo fresca e col 90% di semola e 10% di farina per far sì che tenga bene la cottura. Vendiamo una media di 120 kg di tonnarelli al giorno, e ho la soddisfazione di veder crescere il numero dei dipendenti. Ora sono 12 a PastaEat, e tre in laboratorio".
Tutto nasce dai ricordi di Emanuele Cenci. Il pastaio romano aveva ben chiaro in mente i sapori che le sue due nonne, una di Mantova e una di Napoli, riuscivano a regalare con le loro paste fatte in casa. Inizia autodidatta e dopo varie sperimentazioni e confronti con diversi pastai romani apre il suo primo locale laboratorio in periferia. La lavorazione viene guidata proprio dalle sensazioni delle tagliatelle e degli gnocchi fatti in casa. Al rientro da un viaggio in Thailandia, Emanuele Cenci, decide di fare un altro passo importante e di far arrivare, la sua pasta fresca, a sempre più persone. Ecco quindi l'idea di unire la praticità dell'asporto con la tradizione dei primi piatti, romani in particolare. Passeggiare tra i monumenti con un appetitoso tonnarello alla carbonara o cacio e pepe, oppure alla gricia, ma anche fettuccine amatriciana, al ragù e al pomodoro fresco, diventa, per molti, giovani in particolare, una abitudine che unisce il gusto all'arte en plein air. (ANSA).