- L'alta cucina sa parlare ai giovani. E a dimostrarlo è Niko Romito, cuoco e anima del ristorante Reale, tre stelle Michelin a Castel di Sangro in Abruzzo, a New York alle Nazioni Unite per confrontarsi con circa tremila giovani sul cibo e sulla Dieta Mediterranea. "Sono felice di parlare di cucina con le nuove generazioni e in contesto internazionale - ha detto all'ANSA Romito - anche perché da quando ho scelto di proporre al Reale un menu 100% vegetale sono proprio i giovani a prenotare un posto a tavola. Tra i ristoranti tre stelle Michelin in Italia il mio è forse quello col costo più basso, 190 euro per 15 portate servite in modo ritmato, in modo da consentire anche a chi lavora al ristorante turni di lavoro sostenibili. Il risultato è un'insegna del lusso sostenibile dal punto di vista del bilancio economico e una squadra affiatata che ci lavora. E sabato scorso, a pranzo, mia sorella in sala mi ha invitato ad affacciarmi in sala: la clientela era tutta under 40, neanche fosse un pub! E tutti informatissimi sui grani antichi scelti per il pane, la minore impronta ecologica dei regimi alimentari vegetariani, il valore della trasformazione artigianale nei formaggi e nei salumi, le valenze paesaggistiche e di gusto dell'Abruzzo".
Un menu frutto di ricerca e innovazione, come attesta il pane del laboratorio Romito cotto a vapore dando azoto che allunga la vita e la fragranza fino a 30 giorni. "Una scelta rivoluzionaria anche nel metterlo nella carta come una portata a sé stante, dando valore a quell'elemento simbolo della storia e del futuro alimentare dell'uomo su cui si incentra la Dieta Mediterranea.
Da anni - fa sapere il cuoco abruzzese che firma la ristorazione dei Bulgari Hotel - collaboro con la Fao e con l'Università La Sapienza di Roma per migliorare la ristorazione pubblica. Dagli ospedali alle scuole il cibo proposto dovrebbre offrire un corretto apporto nutrizionale senza rinunciare a qualità e gusto, oltre che insegnare a nutrirsi. In queste sedi tuttavia gli ingredienti hanno molti controlli in entrata, pochi invece quelli in uscita. Coi ricercatori de La Sapienza abbiamo definito un progetto, entrato poi nelle Linee guida Fao, per far sì che le tecniche di cucina e conservazione più innovative salvaguardino anche la qualità del piatto effettivamente servito ai pazienti e alle scolaresche".