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Il caldo cuoce la frutta in Piemonte, perso il 15% dei raccolti

Il caldo cuoce la frutta in Piemonte, perso il 15% dei raccolti

Secondo i dati di Coldiretti. Soprattutto pere e mele

TORINO, 21 luglio 2023, 19:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Il caldo afoso di questi giorni sta 'scottando' la frutta. Un fenomeno nuovo, dalle cause biochimiche non ancora conosciute, dovuto all'interazione tra le componenti della polpa non ancora a maturazione e il combinato tra il forte irraggiamento solare, le lunghe ore di insolazione e le temperature anomale. Lo afferma Coldiretti Torino spiegando come "le scottature sulla frutta ancora verde si notino soprattutto su mele e pere, frutta che già deve difendersi dagli attacchi della cimice asiatica, insetto fino a poco tempo fa sconosciuto, un altro effetto del cambiamento climatico".
    I frutticoltori segnalano il nuovo problema soprattutto nel Pinerolese, il distretto frutticolo più importante della provincia di Torino. I frutti colpiti sono quelli esposti a sud e ovest, che ricevono la luce del sole nelle ore più calde; quelli che, a maturazione, dovrebbero essere i più buoni. La parte dei frutti ancora verdi e piccoli più esposta ai raggi solari presenta una colorazione prima gialla e rossa da frutto maturo, ma poi marcisce. Si salvano solo i frutti più interni al filare e quindi più ombreggiati.
    "Al momento - riferisce Sergio Bunino, tecnico Coldiretti e frutticoltore biologico di Cavour - la perdita di mele causata da questo fenomeno nuovo è stimata al 15%. A questa perdita si deve aggiungere quella già, preventivata dovuta all'autodifesa delle piante rimaste scioccate dalla siccità e dal caldo del 2022. "I nostri frutticoltori - osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici - stanno affrontando il cambiamento climatico con un grave aumento dei costi di produzione tra reti ombreggianti e antigrandine, protezioni solari, irrigazione a goccia, soluzioni naturali per la lotta ai nuovi insetti. Al raccolto la nostra frutta è tra le migliori del mondo, ma l'aumento dei costi di produzione non viene riconosciuto, u na situazione insostenibile". 
   

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