Salgono a 13 i ristoranti che, per la guida Michelin Italia 2024, "valgono un viaggio".
Partendo idealmente in auto dalla Francia - la pubblicazione dall'iconica copertina rossa è nata nel 1898 per fornire consigli per i break gastronomici degli automobilisti quando non c'erano internet e i navigatori - due le possibili tappe tristellate in Piemonte: nel regno di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara), oppure nelle Langhe a Piazza Duomo ad Alba (Cuneo) dove lo chef Enrico Crippa valorizza i frutti dell'orto aziendale in abbinamento ai grandi vini locali.
Arrivando in Lombardia, e spostandosi a Milano si può prenotare un tavolo presso Enrico Bartolini al Mudec assaporando la cucina dello chef che detiene il record personale italiano di stelle nei diversi locali dal Veneto alla Toscana. Siamo nell'indirizzo top del cuoco-imprenditore che rende oro tutto quello che sfiora, come dimostra la nuova stella conquistata in guida 2024 per Bluh Furore, dove Bartolini è consulente dello chef Vincenzo Russo e di tutta la brigata di cucina attiva nel fiordo della Costiera Amalfitana. Di nuovo in auto per un breve tragitto da Milano fino a Brusaporto (Bergamo) per varcare la porta di "Da Vittorio" dove i fratelli Bobo e Chicco Cerea esprimono il meglio dell'accoglienza con i grandi classici della cucina italiana, dai paccheri ai cannoli riempiti di crema al momento. Per chi vuole sentirsi a casa anche in viaggio imperdibile la calda atmosfera familiare a Dal Pescatore a Canneto sull'Oglio (Mantova), regno della famiglia Santin premiata anche con la Stella Verde Michelin per la sostenibilità della loro cucina.
Proseguendo in Veneto, all'insegna della ricerca e dell'estetica contemporanea, non può mancare un'esperienza gastronomica a Le Calandre a Rubano (Padova) con Massimiliano Alajmo al timone della cucina.
Merita autostrade e tornanti la tappa montana verso il Trentino Alto Adige per un tavolo prenotato all'Atelier Moessmer Norbert Niederkofler, appena inaugurato a Brunico (Bolzano) e più premiato sia con le Tre Stelle Michelin che con la stella verde per la sostenibilità e l'impegno formativo delle nuove leve della cucina italiana.
In Emilia Romagna, l' Osteria Francescana a Modena è il tempio di Massimo Bottura, l'ambasciatore delle grandi eccellenze enogastronomiche emiliane e il promotore di diversi progetti etici, inclusivi, solidali e culturali di valenza internazionale.
In Toscana, nel centro storico di Firenze l'emozione di esplorare la storica cantina e assaporare il menu firmato da Riccardo Monco, executive chef dell'Enoteca Pinchiorri.
Si scende poi nel Lazio dove nella Capitale si incontra la cucina innovativa e salubre di Heinz Beck a "La Pergola a Roma". Ancora per pochi giorni però perché il ristorante tristellato del Rome Cavalieri va in pausa a fine mese per ripresentarsi rinnovato a primavera.
Rimanendo sul fronte tirrenico per mangiare a tre stelle si può scendere in Campania fino a Nerano, in Costiera Amalfitana, per scoprire "Quattro passi", la novità assoluta dell'Olimpo nazionale dei tristellati col giovanissimo chef patron Fabrizio Mellino (classe 1991) e famiglia che hanno riportato le tre stelle in Campania.
In auto per coast to coast si raggiunge l'Adriatico per arrivare nelle Marche e godersi un'altra insegna a conduzione familiare, Uliassi a Senigallia (Ancona).
Per poi raggiungere in Abruzzo il Reale a Castel di Sangro (L'Aquila) con le innovative proposte, sempre più vegetali, di Niko Romito.
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