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Zootecnia 4.0, la cooperativa Pieve Ecoenergia fa scuola

Zootecnia 4.0, la cooperativa Pieve Ecoenergia fa scuola

Tagliata impronta di carbonio del latte; verso 'carbon neutral'

ROMA, 23 novembre 2024, 11:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Allevamenti tecnologici con monitoraggio della Co2, rendicontazione scientifica del benessere animale, gestione efficiente delle risorse dove si taglia l'impronta di carbonio di un litro di latte. E' la stalla 4.0 della cooperazione lattiero-casearia, dove i fattori ambientali sono connessi con il valore nutrizionale e sociale di latte e suoi derivati. Uno degli esempio virtuosi in questo senso, raccontati nell'ambito del progetto 'Think Milk, Taste Europe, Be Smart', è la cooperativa Pieve Ecoenergia, in provincia di Cremona, dove la tecnologia diventa fattore determinante per agevolare la transizione sostenibile di questo settore. Grazie a impianto di biogas per la produzione di energia elettrica, impiego del digestato come fertilizzante, teleriscaldamento e impianto fotovoltaico, l'allevamento di bovini nel cremonese è riuscito a massimizzare tutte le sinergie per favorire benessere animale, sostenibilità e qualità del lavoro degli operatori.
    "Abbiamo anche avviato una collaborazione con il Politecnico di Milano per un sistema di monitoraggio dell'impronta di carbonio del litro di latte che, sulla base di un report giornaliero, contabilizza le emissioni di CO2 necessarie alla produzione e quelle recuperate grazie ai nostri impianti - spiega il presidente Danio Federici - attualmente il sistema di monitoraggio indica un impatto che varia da 0,5 a 0,7 kg CO2/litro di latte prodotto, rispetto ad una media di circa 1,37 kg di CO2 eq./kg latte, il chè ci conferma che siamo su un percorso di transizione ecologica corretto, anche se l'obiettivo futuro è diventare latte carbon neutral". Inoltre l'introduzione di macchinari all'avanguardia come robot di mungitura e di alimentazione e sistemi di ventilazione portano non solo benessere animale ed è documentato che animali più produttivi emettono quantità inferiori di gas serra per unità di prodotto, ma benefici anche alla qualità del lavoro degli operatori, favorendo un maggior equilibrio tra uomo e animali".
   

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