ROMA - Serve con urgenza una legge contro il consumo di suolo, una sfida che può vedere insieme agricoltori, cittadini e ambientalisti. A chiederlo è la Cia-Agricoltori Italiani, nel ricordare che nonostante la ripresa dell'iter parlamentare in discussione alla Camera, si rischia, come in passato, che ne emerga ancora poca concretezza con la conseguente e continua perdita di altro terreno.
Il punto su degrado e mitigazione dei cambiamenti climatici secondo gli obiettivi dell'Agenda 2030, sono stati al centro dell'incontro che si è tenuto all'Auditorium Cia con la Società Italiana della Scienza del Suolo. Severa è la posizione di Cia sulla necessità di arrestare il degrado del paesaggio e sull'urgenza di un nuovo paradigma per il suolo che orienti la ricerca al rispetto del capitale naturale e non solo alla massimizzazione della produzione. La legge dovrà sostenere innanzitutto la salvaguardia della superficie agraria dalla impermeabilizzazione, un bene comune di enorme valore che dalle sue funzioni dipendono anche le acque, la qualità dell'aria e il clima.
"Innovazione e stretta connessione tra ricerca e mondo delle imprese - ha commentato il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino - saranno cruciali allo sviluppo e all'integrazione di nuove tecniche di gestione sostenibili; tutto questo deve essere centrale nella nuova Politica Agricola Comune che considera basilare la consulenza nell'ambito del sistema della conoscenza". A questo, come a tutti gli altri temi strettamente legati alla manutenzione del territorio, Cia dedicherà la sua prossima Assemblea nazionale, in programma a novembre.