"Non abbiamo ancora autorizzato il Prosek. Aspetteremo vostre osservazioni. Per noi è fondamentale proteggere le indicazioni geografiche". Così il commissario all'agricoltura Wojciechowski: nel corso di un incontro con gli assessori all'agricoltura collaterale al G20, rispondendo alle sollecitazioni del Ministro Patuanelli.
Attenzione per considerazioni Italia
"La Commissione europea ha svolto molte analisi giuridiche dalle quali è emerso che non ci sono motivi per rifiutare la richiesta croata, perché il Prosecco e il Prosek sono stati riconosciuti come prodotti differenti. Tuttavia oggi ho ascoltato molte considerazioni da parte dell'Italia, del ministro Patuanelli e delle Regioni. La questione del Prosecco è molto specifica e seria. Considererò in modo molto serio le obiezioni dell'Italia, e su questo aspetto non c'è ancora la parola fine". Così il commissario europeo all'agricoltura Janusz Wojciechowski a margine di un incontro a Firenze nell'ambito del G20 agricoltura.
Centinaio, sbaglia chi critica il sistema Italia
"Questo è il momento di fare squadra e di presentarci uniti, non di alimentare polemiche o divisioni che non fanno altro che rendere più debole il nostro paese in Europa". Lo sottolinea il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Gian Marco Centinaio, replicando a chi sostiene che il caso Prosek sarebbe la dimostrazione del fallimento del Sistema Italia nel difendere le proprie eccellenze. "Prima di muovere critiche o accuse consiglierei di informarsi, sia sulle procedure europee, sia su quanto stiamo facendo come istituzioni. Appena è emerso l'orientamento favorevole da parte della Commissione Ue ad accogliere la domanda di riconoscimento dell'indicazione geografica protetta Prosek presentata dalla Croazia al Mipaaf ci siamo immediatamente attivati per avviare un tavolo di lavoro tecnico per contrastare con tutti gli strumenti a disposizione l'avanzamento dell'iter. Da un'eventuale pubblicazione della domanda di registrazione della menzione tradizionale del vino locale croato in Gazzetta Ue - ricorda Centinaio - avremo poi 60 giorni di tempo per sventare questo attacco a uno dei prodotti simbolo del nostro Made in Italy". "È un grave errore - conclude il sottosegretario - cercare i responsabili in casa propria quando il problema è altrove, ovvero a Bruxelles. Ora servono fatti, non parole, o peggio critiche gratuite".
Regioni, ribadita con Wojciechowski difesa Italia
"Per rispondere alla questioni aperte e urgenti sul tappeto - dallo sviluppo demografico, alla sostenibilità in agricoltura, fino ai grandi temi come la fame nel mondo e il riscaldamento globale - è necessaria la massima chiarezza e bisogna fare in modo che le Regioni, che sono tra le istituzioni più vicine al territorio e ai cittadini, vedano confermato il loro ruolo partecipativo e di indirizzo delle politiche di sviluppo rurale". Queste le parole di Federico Caner Coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome intervenuto questa mattina all'incontro con il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, il Commissario per l'Agricoltura Janusz Wojciechowski e gli assessori della Commissione. Tra i temi anche la difesa del prosecco. "Si spiega così la richiesta degli assessori che, nella nuova politica di sviluppo e nei nuovi regolamenti europei, le Regioni mantengano il loro ruolo di Autorità di gestione del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) e dunque la loro veste strategica nella definizione delle politiche future. Del resto il trasferimento di innovazione e sviluppo tecnologico a enti e imprese, a difesa dell'ambiente e della crescita - spiega Caner - è possibile solo attraverso il coinvolgimento degli enti territoriali. Il rischio è che, assegnando allo Stato un ruolo di indirizzo a livello centrale, si perda la conoscenza della storia, dell'identità e delle specificità dei territori e si individuino soluzioni che vadano bene per tutti e per nessuno". Al centro dell'incontro proprio il ruolo delle Regioni nelle politiche di sviluppo rurale, ma anche il fenomeno dell'italian sounding, sollevato di recente dalla richiesta di protezione della menzione tradizionale del vino croato Prosek. Come già annunciato, l'assessore ha portato all'attenzione del Ministro e del Commissario Wojciechowski la recente questione del Prosek croato: "A nome di tutte le Regioni - aggiunge Caner - ho chiesto di affrontare il tema del riconoscimento, che è molto delicato, prima di tutto nei confronti dei consumatori. Non è infatti ammissibile che, richiedendo una menzione tradizionale si conceda l'utilizzo di un nome che di fatto è già registrato ai sensi della normativa comunitaria ai fini dell'individuazione di uno specifico prodotto derivato da una determinata zona di produzione. Questa condotta non fa che creare confusione nel consumatore e minare le basi del sistema che regola la tutela delle indicazioni geografiche. L'unione Europea ha emanato dei regolamenti a difesa delle denominazioni d'origine: vogliamo dunque sapere come si inserisce questa richiesta nel sistema delle denominazioni già registrate, come quella del prosecco. Al Ministro e al Commissario ho già annunciato che noi faremo opposizione nei tempi e secondo le modalità previste. Infine, se mai questo riconoscimento del Prosek dovesse passare, aprendo così pericolosamente la porta ad altri, siamo pronti a richiedere, a nostra volta, la menzione tradizionale anche per il Tocai. Questo vino, storicamente prodotto all'interno della denominazione delle terre delle Venezie, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia - conclude il Coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome intervenuto - appartiene storicamente alle nostre Regioni".
Fipe, locali italiani pronti a difendere il Prosecco
"La Fipe-Confcommercio è pronta a sostenere il governo e le associazioni di categoria, nella battaglia contro il riconoscimento del Prosek croato da parte dell'Unione europea, che metterebbe in difficoltà il variegato mondo imprenditoriale e agricolo che ruota attorno al Prosecco Doc italiano". E' questa la posizione assunta dalla Federazione italiana dei Pubblici Esercizi e ufficializzata oggi. Nell'annunciare la decisione adottata Fipe aggiunge che "i bar e i ristoranti italiani sono pronti a schierarsi in difesa del Made in Italy e dei prodotti di qualità contro quello che vuole essere a tutti gli effetti un tentativo di sdoganare l'italian sounding anche in Europa". "Il Prosecco - sottolinea Giancarlo Deidda, presidente di Fuoricas@, Fipe-Confcommercio- è un'eccellenza del nostro Paese e qualifica lo stile di vita italiano al pari del caffè espresso e degli spaghetti. Uno stile di vita che si sublima nei 350 mila locali italiani, dove la sapienza di migliaia di lavoratori, bartender e sommelier, consente di somministrare il prosecco alla giusta temperatura e nelle giuste modalità. Noi siamo il terminale ultimo di una filiera agroalimentare che produce, distribuisce e infine somministra uno spumante di qualità eccellente e come tali siamo pronti a fare la nostra parte in questa battaglia". Fipe informa che delle oltre 378 milioni di bottiglie prodotte nel 2019, 108 milioni sono state destinate al mercato italiano e di queste il 32% è stato servito nei pubblici esercizi.
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