Un "segno di speranza e una svolta concreta che sancisce novità importanti dopo mesi difficilissimi e drammatici e che arriva dopo un grande lavoro del segretario Onu, Guterres, un lavoro diplomatico da parte delle autorità turche, e un apporto che il nostro Paese ha sempre dato in queste settimane, in questi mesi per lo sblocco delle derrate di cereali bloccati nei porti ucraini. C'è anche un segno dell'Italia in questo sforzo diplomatico". Così all'ANSA il vicedirettore della Fao Maurizio Martina in merito all'accordo raggiunto sul grano. L'Auspicio, prosegue Martina è che questo doppio accordo "funzioni e mi pare che ci siano tutti gli elementi" in termini di sicurezza.
Noi siamo di fronte, aggiunge il videdirettore della Fao, "a una dinamica di prezzi alimentari globali in aumento praticamente dalla pandemia e il conflitto in Ucraina ha ulteriormente drammatizzato questa situazione già molto complessa. Sbloccare ora questi bene agricoli di base è fondamentale per lavorare in alcuni Paesi in via di sviluppo che tradizionalmente si approvvigionavano dalla Russia e in particolare dall'Ucraina, e questo è un segnale concreto che aiuterà. Certo la sfida della sicurezza alimentare - sottolinea ancora Martina - è aperta". L'accordo sullo sblocco dei porti per il grano "è un tassello importante, non risolutivo, ma un primo segno concreto che va riconosciuto".
Prima del conflitto, conclude Martina, "avevamo 50 Paesi in Via di sviluppo che ricevevano più del 30% del loro grano da Russia e Ucraina. Quindi immagino che questa sia una notizia positiva per chi aspettava quel grano e non l'ha mai ricevuto".