Prosegue l'iter per tutelare l'aceto balsamico italiano. Il ministero dello Sviluppo economico ha inviato a Bruxelles la documentazione di opposizione formale alla richiesta avanzata dalla Repubblica di Cipro di apportare una modifica alle proprie leggi per etichettare e commercializzare come 'aceto balsamico' una miscela di aceto, mosto d'uva e zucchero, come già accaduto in Slovenia. La documentazione, redatta dagli uffici tecnici del Mipaaf, era stata trasmessa nei giorni scorsi al Mise, dicastero competente per i successivi adempimenti. "Il nostro Paese ha risposto con fermezza e rapidità per fermare un nuovo tentativo di Italian sounding all'interno dell'Ue - afferma il sottosegretario Mipaaf, Gian Marco Centinaio - nella comunicazione inviata a Bruxelles sono stati evidenziati i tanti profili di illegittimità della procedura adottata da Cipro, tanto formali quanto sostanziali".
Tra le argomentazioni che l'Italia ha portato a suo sostegno, c'è la tutela riconosciuta a livello europeo delle produzioni Dop e Igp, la necessità di non confondere i consumatori, nonché la distorsione della concorrenza. "La stessa Corte di Giustizia Ue - ricorda Centinaio - ha ribadito più volte che esiste un'ampia protezione delle denominazioni registrate, specialmente nei casi di evocazione. Il regolamento presentato da Cipro è incompatibile con i principi del diritto comunitario". In gioco, secondo Centinaio, non c'è soltanto la difesa dell'aceto balsamico italiano, ma dei prodotti a denominazione di tutti gli Statii.
"Siamo convinti che l'Unione europea agirà in modo coerente con le politiche adottate da lei stessa in questi anni per tutelare e valorizzare i prodotti di qualità e di eccellenza, espressione dei territori - conclude Centinaio - e che, di conseguenza, non potrà che respingere la richiesta di Cipro senza esitazione".