Via libera dall'Eurocamera alle norme Ue per le nuove tecniche genomiche, Ngt, in Italia battezzate Tea, Tecniche di evoluzione assistita. Un testo molto atteso destinato a rendere il sistema alimentare più sostenibile, con nuove varietà vegetali migliorate, più resistenti al cambiamento climatico e ai parassiti e che richiedano meno fertilizzanti e pesticidi, tutelando la sostenibilità ambientale. Il Parlamento è ora pronto ad avviare i negoziati con gli Stati dell'Ue per la legge finale. Una decisione che arriva il giorno dopo l'annuncio del ritiro, da parte della Commissione Ue, della proposta sui pesticidi che prevedeva il taglio del 50% al 2030.
Ma è stato un voto sofferto, con 307 favorevoli, 263 contrari e 41 astensioni, che ha spaccato il Pd, come anche i Conservatori ma che ha visto Fdi compatti per il sì. Con questa nuova regolamentazione, gli eurodeputati sono d'accordo con la proposta avanzata il 5 luglio dalla Commissione europea di suddividere le piante Ngt in due diverse categorie soggette a vincoli diversi, quella delle piante con mutazioni semplici (Ngt 1) ad un iter di autorizzazione veloce, esentate dalla maggior parte dei requisiti di sicurezza previsti dalla legislazione Ue sugli Ogm; e la categoria che comprende tutte le altre piante (Ngt 2) prodotte con modifiche più complesse continueranno invece a essere equiparate agli Ogm. Le Tea, infatti, prevedono mutazioni utilizzando geni che provengono dalla stessa specie e quindi indistinguibili a quelle che si originano in natura.
Nel caso degli Ogm si parla di inserzione nel genoma originario di sequenze di geni provenienti da altre specie (piante, animali o batteri), introducendo cioè Dna estraneo e creando organismi transgenici. Restano fuori le produzioni biologiche. "Un'ottima notizia il primo via libera dal Parlamento europeo - commenta il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida - anche in questo l'Ue segue l'Italia che era stata avanguardia con l'approvazione all'unanimità, nel maggio scorso, dell'emendamento che autorizza la sperimentazione in campo delle Tea. Lavorare in questa direzione ci darà la possibilità di ottenere piante più resistenti a eventi siccitosi e cambiamenti climatici, e con migliorati caratteri qualitativi. Dobbiamo investire in queste tecniche senza ideologie o pregiudizi". Un voto che, secondo Paolo De Castro, membro Pd del Parlamento europeo, aiuta a "riallacciare il legame che ha sempre legato l'Unione e i nostri agricoltori. Abbiamo bisogno di mettere in campo strumenti adeguati a rendere il settore sempre più competitivo e sostenibile".
Immediate le reazioni del mondo agricolo, a partire dalla Coldiretti, secondo la quale si tratta "della nuova genetica green No Ogm che permetterà di selezionare nuove varietà vegetali, con maggiore sostenibilità ambientale, minor utilizzo di input chimici, ma anche resilienza e adattamento dei cambiamenti climatici, nel rispetto della biodiversità e della distintività dell'agricoltura italiana ed europea". E a pensarla così è anche Filera Italia. Per Confagricoltura, "è un passo importante per chiudere un buon accordo ed evitare il rinvio alla nuova legislatura". Mentre secondo Cia "per contrastare il cambiamento climatico non possono bastare la lotta biologica e integrata, l'agricoltura di precisione e il biocontrollo, servono nuove tecniche di miglioramento genetico e, soprattutto, servono adesso". Un voto che, per Legacoop "va nella direzione di essere sostenibili e traccia finalmente una percorso sulla ricerca genetica agraria". Secondo Fedagripesca "è un'occasione per rafforzare la competitività del settore agricolo italiano e europeo, garantendo al contempo la sicurezza alimentare e la tutela dell'ambiente". Voce discordante quella di Assobio che, alla vigilia del voto, avevano espresso contrarietà perchè il voto "rischia di cancellare le regole vigenti dal 2001 per la commercializzazione di Ogm e il divieto nazionale sulla coltivazione".
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