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Petrillo, candidatura della cucina italiana la sfida più grande

Petrillo, candidatura della cucina italiana la sfida più grande

L'Unesco ha pubblicato il dossier, tra un anno il verdetto

ROMA, 17 novembre 2024, 12:05

(di Alessandra Moneti)

ANSACheck
Pier Luigi Petrillo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Pier Luigi Petrillo - RIPRODUZIONE RISERVATA

 - Alla vigilia della "Settimana della cucina italiana nel mondo" e nel giorno in cui si celebra, a partire da Acciaroli, nel Cilento, il quattordicesimo anniversario del riconoscimento della Dieta Mediterranea a patrimonio Unesco, Pier Luigi Petrillo, autore del dossier della candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale Unesco nonché professore di Patrimonio culturale all'università Luiss-Guido Carli di Roma, fa il punto con l'ANSA sul lungo iter che potrebbe portare la nostra cultura gastronomica all'ambito riconoscimento internazionale.


    "Si tratta della sfida più grande tra tutti i dossier che ho curato con successo per l'ingresso nella prestigiosa lista dell'organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura" sottolinea Petrillo. Infatti, precisa, "per la prima volta la nostra candidatura comprende tutto ciò che è identitario della cucina italiana. Dallo spirito conviviale e inclusivo alla creatività nel rielaborare e trasformare materie prime di ogni dove. Tutto quindi, e non come avvenuto ad esempio con la Francia che ha ottenuto il riconoscimento non per la cucina francese ma per il pranzo delle feste alla francese, o come avvenne con la Corea che ottenne il riconoscimento per la tecnica di fermentazione del piatto tradizionale kimchi".

Tra le parole-chiave evidenziate dal dossier di candidatura della cucina italiana che è stato pubblicato a partire da questa settimana sul sito dell'Unesco.
    (Qui il link: https://ich.unesco.org/en/files-2025-under-process-01347?select_ country=00110&select_type=all#table_cand) a caratterizzare la cucina italiana è che si presenta come un "mosaico di diversità" ma non in senso statico ma anzi in una "dinamica che si arricchisce di contenuti ed espressioni continuamente". Inoltre per gli italiani cucinare è "un gesto quotidiano, non a carattere eccezionale". E la cucina è "un'occasione per prendersi cura dei propri cari e degli ospiti, dimostrando così loro attenzione, accoglienza e amore" ed è così identitaria da divenire spesso tema di dissertazione, se non addirittura di disputa, su tecniche di cottura, significati, scelta degli ingredienti e dei fornitori. Un atto del nostro stile di vita che può portare talvolta alla autogratificazione, al conforto, ma più spesso alla condivisione di uno spirito conviviale che appassiona l'Italia tutta, da Nord a Sud, come testimoniano peraltro alcuni video che accompagnano il dossier di candidatura.

    Intanto dal 2 al 7 dicembre prossimi si terrà in Paraguay la 19/a sessione del comitato intergovernativo dell'Unesco che dovrà decidere l'iscrizione o meno di nuove 60 tradizioni nella Lista dei patrimoni culturali immateriali. Tra questi il sake giapponese, la cassava cubana, il caffè arabo, le tecniche di produzione dei formaggi stagionati del Minas Gerais in Brasile, ma anche i tetti di zinco tipici di Parigi, il rituale dell'Henne o la preparazione del sapone di Aleppo.


    Questo Comitato segna una data anche per l'Italia: esattamente tra un anno, precisa ancora l'esperto, sapremo se la candidatura della cucina italiana sarà valutata positivamente o meno. La decisione finale sarà assunta durante il 20/o comitato Unesco che probabilmente si riunirà in un paese arabo, ancora da definire. E "la competizione sarà sfidante e aperta fino all'ultimo" conclude Petrillo.
   

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